Una rivolta e’ scoppiata, questa sera a Torino, all’interno del Cpr, il Centro di permanenza per il rimpatrio di corso Brunelleschi. Un gruppo di ospiti ha appiccato un incendio, dando alle fiamme otto unita’ abitative. Il rogo, domato da numerose squadre dei vigili del fuoco impegnate nelle operazioni di spegnimento per oltre un’ora, ha coinvolto le cosiddette “ala gialla” e “ala viola” del complesso. Le stesse che ieri, tramite i circuiti social dell’area anarchica, hanno proclamato uno sciopero della fame per protestare contro una serie di cose: dalle condizioni della struttura, al cibo che viene servito, dai tempi di permanenza per l’identificazione all’assistenza sanitaria, che giudicano “inefficiente”.
L’intervento della polizia ha riportato la calma al Cpr di Torino, l’unico attivo nel Nord Italia, ma le tensioni sono frequenti da inizio settembre, quando l’arrivo di nuove persone da altre province ha destabilizzato equilibri gia’ molto precari. La notte tra giovedi’ 29 e venerdi’ 30 agosto, un gruppo di ospiti del centro aveva dato fuoco ai materassi e aveva divelto alcuni arredamenti per lanciarli contro i poliziotti. Qualcuno si era anche arrampicato sulle recinzioni cercando di fuggire. I disordini si erano ripetuti la notte tra venerdi’ 31 e sabato 1 settembre e nel pomeriggio di domenica 2 settembre, quando alcuni uomini avevano dato origine a una sassaiola contro le forze dell’ordine. Per quest’ultimo episodio erano state arrestate tre persone. Un agente era rimasto ferito: aveva riportato la frattura di due falangi con una prognosi di trenta giorni. Il 14 settembre, quattro ospiti del centro avevano tentato di fuggire e, nel parapiglia con le forze dell’ordine, aveva ferito un addetto alla vigilanza. Malmenato da chi cercava di scappare, aveva riportato lesioni giudicate guaribili in sette giorni.