Nuove linee guida scuola, sì mascherine e distanziamento 1 metro. E arriva il “cruscotto”
Possibili ulteriori incrementi di organico. Il nuovo piano è stato consegnato a enti locali, domani Conferenza Unificata per adozione
Per la ripartenza della scuola a settembre il Ministero dell’Istruzione recepirà “integralmente le misure igienico-sanitarie relative al personale e agli ambienti indicate dal CTS” e cioè che “gli alunni dovranno indossare per l’intera permanenza nei locali scolastici una mascherina chirurgica o di comunità di propria dotazione, fatte salve le dovute eccezioni (ad. es. attività fisica, pausa pasto)”. Inoltre “il distanziamento fisico (inteso come 1 metro fra le rime buccali degli alunni), rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione”. È quanto si legge nella “nuova versione” dello schema di ‘Piano scuola 2020-2021’, inviato oggi dal Ministero dell’Istruzione per la Conferenza unificata Stato-Regioni che si terrà domani.
Il documento precisa che “resta inteso che, come il CTS ha specificato, ‘rimane la possibilità da parte del CTS di valutare a ridosso della ripresa scolastica la necessità dell’obbligo di mascherina per gli studenti (soprattutto della scuola primaria), per tutta la durata della permanenza a scuola e nei diversi ordini e gradi, una volta che possa essere garantito l’assoluto rispetto del distanziamento fisico sopra menzionato sulla base dell’andamento dell’epidemia anche in riferimento ai diversi contesti territoriali”. “Per ciò che concerne le misure contenitive e organizzative e di prevenzione e protezione da attuare nelle singole istituzioni scolastiche per la ripartenza – spiega il Piano – si fa esclusivo rinvio al Documento tecnico del CTS del 28 maggio 2020 e ai successivi aggiornamenti. In particolare, con riferimento alle indicazioni sanitarie sul distanziamento fisico, si riporta di seguito l’indicazione letterale tratta dal verbale della riunione del CTS tenutasi il giorno 22 giugno 2020: ‘Il distanziamento fisico (inteso come 1 metro fra le rime buccali degli alunni), rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione'”.
Per la riapertura delle scuole a settembre “l’amministrazione centrale avvia un apposito monitoraggio […] per valutare ogni possibile intervento, su specifiche situazioni, prevedendo, ove strettamente necessario, anche ai fini del rispetto delle misure sanitarie contenute nei documenti del CTS […] e degli strumenti indispensabili per garantire la riapertura delle scuole, ulteriori incrementi di organico, aggiuntivi, di personale scolastico per le istituzioni scolastiche statali”. Il documento conferma inoltre – come “elementi di riflessione” e “spunti per le azioni di monitoraggio e programmazione” – che “in ogni scuola è necessario prevedere attività di funzionale organizzazione degli spazi esterni e interni, per evitare raggruppamenti o assembramenti e garantire ingressi, uscite, deflussi e distanziamenti adeguati in ogni fase della giornata scolastica, per alunni, famiglie, personale scolastico e non scolastico”, tenendo a riferimento costante “l’esigenza che l’arrivo a scuola degli alunni possa essere differito e scaglionato in maniera da evitare assembramenti nelle aree esterne e nei deflussi verso l’interno, nel rispetto delle ordinarie mansioni di accoglienza e di vigilanza attribuite al personale ausiliario”.
Per la ripartenza delle scuole a settembre, e durante il prossimo anno scolastico, “resta ferma l’opportunità per le istituzioni scolastiche di avvalersi delle ulteriori forme di flessibilità derivanti dallo strumento dell’Autonomia scolastica, sulla base degli spazi a disposizione e delle esigenze delle famiglie e del territorio”. Forme di flessibilità, spiega il documento replicando in toto la bozza circolata nei giorni scorsi, “che contemplino, ad esempio, una riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi di apprendimento; l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; una frequenza scolastica in turni differenziati, anche variando l’applicazione delle soluzioni in relazione alle fasce di età degli alunni e degli studenti nei diversi gradi scolastici; per le scuole secondarie di II grado, una fruizione per gli studenti, opportunamente pianificata, di attività didattica in presenza e, in via complementare, didattica digitale integrata, ove le condizioni di contesto la rendano opzione preferibile ovvero le opportunità tecnologiche, l’età e le competenze lo concedano; l’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari, ove non già previsto dalle recenti innovazioni ordinamentali; l’estensione del tempo scuola settimanale alla giornata del sabato, ove non già prevista, su delibera degli Organi collegiali competenti.
“Le istituzioni scolastiche – si legge ancora – avranno cura di garantire, a ciascun alunno, la medesima offerta formativa, ferma restando l’opportunità di adottare soluzioni organizzative differenti, per realizzare attività educative o formative parallele o alternative alla didattica tradizionale”. “Gli strumenti di autonomia didattica e organizzativa possono consentire un diverso frazionamento del tempo di insegnamento, più funzionale alla declinazione modulare del tempo scuola”. E ancora. “Sulla base dei dati trasmessi dalle regioni è stato costruito un cruscrotto informativo, che sarà reso disponibile alla consultazione, che restituisce, a livello di regioni, provincia, comune e singola scuola, dati di dettaglio che consentiranno, nei vari livelli istituzionali coinvolti, di operare proiezioni da parte dei soggetti chiamati poi ad assumere decisioni, ossia da parte degli enti locali proprietari degli edifici ma anche degli stessi dirigenti scolastici, nonchè a vantaggio dei direttori degli uffici scolastici regionali”.
“Il cruscotto consentirà, ad esempio, attraverso un cursore, di poter definire il distanziamento e di rendere evidente, segnalandoli ‘in rosso’, i casi in cui gli spazi delle aule didattiche espresse in metri quadrati non siano sufficienti ad accogliere tutti gli studenti iscritti. Questo dato – si spiega – viene restituito sia in modo aggregato per regione, provincia e comune sia, in modo disaggregato, per singola istituzione scolastica e addirittura per singolo edificio scolastico di cui si compone la scuola”. “Già dal 2018 il Ministero ha adottato un nuovo sistema di Anagrafe per l’edilizia scolastica più ampio e completo. In questa fase operativa, in cui appare oltremodo necessario che le amministrazioni competenti siano dotate di dati quanto più possibile rispondenti alle attualità dei territori, è stato compiuto un ulteriore e complesso lavoro, che ha richiesto tempi maggiori, necessari, di studio e analisi, per recuperare dati e porli a disposizione di tutti gli attori della ripresa di settembre”.