La bufera che ha investito il Csm cambia gli equilibri all’ interno di Palazzo dei Marescialli perche’ ai consiglieri che si sono dimessi subentreranno magistrati che appartengono a correnti diverse dalle loro. Il dato che piu’ salta agli occhi e’ il rafforzamento di Autonomia e Indipendenza, la corrente che ha tra i suoi fondatori Piercamillo Davigo, a scapito di Magistratura Indipendente e Unicost. Sono questi i due gruppi a cui appartengono i consiglieri che si sono dimessi e che ora sono sotto procedimento disciplinare per l’ormai famosa riunione del 9 maggio scorso in cui con l’ex presidente dell’ Anm Luca Palamara e i deputati del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri discutevano della nomina del procuratore di Roma.
Se per sostituire i pm Luigi Spina e Antonio Lepre occorreranno le elezioni suppletive convocate ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il 6 e 7 ottobre, i consiglieri eletti nella quota giudici verranno rimpiazzati dai primi dei non eletti. E al posto di Gianluigi Morlini e di Corrado Cartoni entreranno due esponenti di Autonomia e Indipendenza. Sono Giuseppe Marra, sino a due giorni fa al Ministero della Giustizia, e Ilaria Pepe, consigliere alla Corte di Appello di Napoli. Il risultato sara’ il raddoppio del gruppo che passera’ dai 2 componenti attuali (Davigo e Sebastiano Ardita) a 4. A pagare lo scotto, Unicost che a bocce ferme ha gia’ perso 2 consiglieri – passando da 5 a 3 togati – e Magistratura Indipendente che l’ anno scorso aveva fatto il pieno dei voti eleggendo 5 consiglieri, un record mai raggiunto in precedenza.
Due dei suoi si sono dimessi in questi giorni e se anche l’ ultimo dei consiglieri ancora autosospeso, Paolo Criscuoli, seguisse le loro orme, il gruppo sarebbe rappresentato al Csm solo dalla sua componente femminile e cioe’ da Paola Braggion e Loredana Micciche’. A succedergli sarebbe stavolta il giudice Giangiacomo Bruno: fa parte delle toghe progressiste di Area, che alle ultime elezioni aveva subito una batosta, calando da 7 a 4 consiglieri e che ora recupererebbe un seggio. Difficile pensare a una rimonta delle correnti travolte dallo scandalo alle suppletive per l’elezione dei due pm mancanti. Il danno di immagine, subito soprattutto da M.I. – l’ assemblea degli iscritti si e’ schierata senza se e senza ma con i consiglieri coinvolti – fa presagire piuttosto una debacle.