Cronaca

Nuovo naufragio nel canale di Sicilia, e lUe resta a guardare

Nuovo naufragio al largo di Lampedusa: 41 migranti sono morti dopo che la piccola imbarcazione sulla quale stavano viaggiando da Sfax in Tunisia, si è ribaltata per un’onda, affondando nel canale di Sicilia. A dare l’allarme sono stati quattro cittadini africani sopravvissuti alla tragedia e che sono sbarcati questa mattina a Lampedusa dopo essere stati tratti in salvo da una motonave. Quattro migranti, originari di Costa d’Avorio e Guinea Konakry, hanno raccontato di essere partiti da Sfax su un barcone con 45 persone a bordo ma probabilmente a causa delle cattive condizioni del mare dei giorni scorsi, il mezzo si è ribaltato e per gli altri occupanti non ci sarebbe stata possibilità di salvezza. Sarebbero rimasti in mare per quattro giorni fino all’avvistamento di un aereo di Frontex, che ha fatto partire la macchina dei soccorsi con il coinvolgimento degli assetti italiani. 

 

L’imbarcazione è salpata da Sfaxi

 

L’imbarcazione è salpata da Sfax nei giorni in cui il mare era in condizioni proibitive, come mostrano le immagini diffuse dalla Guardia costiera italiana nelle scorse ore. La città costiera tunisina è protetta nelle prima miglia di mare dalla presenza delle isole Kerkenna, un arcipelago nel Golfo di Gabes. All’interno dell’imbarcazione in metallo – che ha perso la rotta – sono state notate numerose camera d’aria inutilizzate, probabili salvagenti di fortuna. Attualmente all’interno dell’hotspot dell’isola sono circa 1.500 gli ospiti. In giornata però, secondo quanto apprende La Presse, sono previsti dei trasferimenti per alleggerire la struttura di contrada Imbriacola. Circa mille persone, infatti, verranno trasferite. La struttura così tornerà a numeri nella norma. La capienza dell’hotspot infatti è di circa 400 persone ma la Croce Rossa Italiana, che la gestisce, ha più volte tenuto a sottolineare che il numero può crescere in caso di necessità.

 

I 4 naufraghi

 

I 4 naufraghi, originari di Costa d’Avorio e Guinea Konakry, sono arrivati all’hotspot di Lampedusa fortemente provati e sotto choc. Nelle prossime ore verranno ascoltati, assieme ai mediatori culturali e interpreti, dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento che cercheranno di ricostruire cosa sia effettivamente accaduto e di fare chiarezza su alcuni dettagli che, al momento, sembrano essere assai confusi e contraddittori. Il procuratore capo, facente funzioni, di Agrigento, Salvatore Vella, ha aperto, a carico di ignoti, un fascicolo d’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato.

 

L’Ue resta a guardare

 

Un tragico copione che purtroppo continua a ripetersi nell’indifferenza dell’Unione Europea, che impone l’accoglienza a ogni costo, salvo poi non mettere in campo alcuna politica per fermare gli sbarchi. O, ogni tanto, dà via a qualche missione a Lampedusa, dove si presenta un commissario europeo che, costatando la drammatica situazione in cui vivono gli immigrati, torna a Bruxelles come se avesse fatto un viaggio turistico. Ad oggi, gli sbarchi sono oltre 93mila. Un numero oggettivamente molto elevato, soprattutto se paragonato a quelli dello scorso anno (44mila) e di due anni fa (31mila). Un’emergenza, umanitaria, economica e sociale, nella quale il nostro Paese è letteralmente abbandonato da Bruxelles. 

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