La Commissione europea chiede alla Volkswagen di “accelerare la sua inchiesta interna” sulle “irregolarità” nella misurazione delle emissioni di biossido di carbonio (CO2), con dati sottostimati che sarebbero stati forniti dal costruttore alle autorità competenti per la verifica del rispetto dei limiti imposti dalla legislazione Ue. Lo ha detto oggi a Bruxelles una paortavoce dell’Esecutivo comunitario, Lucia Caudet, rispondendo ai giornalisti sulla nuova vicenda, diversa dallo scandalo dei test taroccati sulle emissioni di NOx (ossidi d’azoto) scoperti a settembre dall’Epa, l’Agenzia per l’Ambiente Usa. “Dobbiamo chiarire senza ritardo che tipo d’irregolarità sono state riscontrate sulle emissioni di CO2, le cause, i veicoli interessati, dove sono stati registrati, e che misure intende prendere il gruppo Volkswagen per rimediare alla situazione”, ha spiegato Caudet. Fino a questo pomeriggio, le irregolarità – che riguardano circa 800.000 auto del gruppo, comprese le marche Skoda, Audi e Seat, diversi modelli diesel e anche uno a benzina – non erano neanche state notificate a Bruxelles; ma la Commissione ha riferito di essere in contatto con le autorità federali tedesche e ha annunciato che comunque solleverà la questione alla riunione delle autorià nazionali di omologazione dei veicoli, che è stata convocata per domani, 5 novembre, a Bruxelles.
Contrariamente a quanto accade nel settore delle emissioni di NOx – dove la Commissione può solo chiedere agli Stati membri di controllare il rispetto dei limiti fissati per ogni tipo di auto – nel campo dello CO2 l’Esecutivo comunitario ha un potere effettivo di imporre sanzioni direttamente ai costruttori inadempienti, secondo quanto è previsto dal Regolamento Ue 449/2009, ha ricordato Lucia Caudet. Le multe sono comminate in caso di sforamento di un limite che viene deciso ogni anno per ogni gruppo, come media delle emissioni di CO2 (in grammi per Km) di tutti i veicoli della sua flotta immatricolati in quell’anno. Le multe possono essere piuttosto severe: se il costruttore supera di un solo grammo di CO2 per Km il suo limite medio annuale, scatta una sanzione di 5 euro, moltiplicata per ogni auto venduta nell’anno in questione nel mercato Ue; la sanzione sale poi a 15 euro per auto a partire dal secondo grammo/Km oltre il limite, a 25 euro a partire dal terzo grammo/km e a 95 euro per ogni grammo/km di sforamento oltre il quarto. Dal 2019, la multa di 95 euro per auto si applicherà fin dal primo grammo/Km di eccedenza. Le multe sono decise dalla Commissione e pagate dai costruttori direttamente al bilancio comunitario.
Applicando un meccanismo correttivo (“curva dei valori limite”) che fu praticamente imposto dai costruttori tedeschi durante i negoziati sul regolamento Ue, i veicoli più pesanti, che consumano di più, hanno limiti di emissione meno severi rispetto alle auto più leggere. Altre clausole del regolamento (“super credit”) miravano invece a incentivare le auto a basso consumo, conteggiandole più di una volta nella media. I target annuali per ogni costruttore hanno cominciato a essere applicati nel 2012, ma con un margine di tolleranza piuttosto ampio, che doveva ridursi progressivamente fino a sparire del tutto quest’anno (i costruttori dovevano rispettare il limite annuale solo con il 65% della loro flotta nel 2012, con il 75% nel 2013, con l’80% nel 2014, fino al 100% nel 2015). L’obiettivo complessivo del regolamento era di diminuire la media delle emissioni di CO2 per tutta la flotta Ue a 130 grammi per Km nel 2015 (come media), per poi continuare a ridurla fino a 95 grammi per Km nel 2021. Nel 2014, secondo la Commissione, l’obiettivo del 2015 era già stato raggiunto e abbondantemente superato, con una media Ue di 123,4 grammi/Km. Il dato potrebbe tuttavia essere rivisto alla luce delle nuove rivelazioni. Non è chiaro a quale anno si riferiscano le “irregolarità” riscontrate dall’inchiesta interna della Volkswagen, ma il gruppo aveva nel 2014 un limite di emissioni pari a 131,17 grammi/Km, da rispettare con l’80% della propria flotta.