“La richiesta con la quale mi si invita ad ‘autosospendermi’ dalla Commissione Antimafia e’ per me una medaglia e sapere che il Pd ne e’ il promotore mi rende orgoglioso”. E’ questo l’incipit della lettera che Riccardo Nuti ha inviato alla Presidente della Commissione Antimafia, Rosi Bindi, e con la quale il deputato afferma di non essere disposto ad autosospendersi e “cedere a questo chiaro tentativo dei partiti di impedirmi di continuare a lottare per contrastare la mafia e la corruzione con il mio quotidiano lavoro”. Due giorni fa l’Ufficio di Presidenza della Commissione parlamentare Antimafia aveva chiesto al deputato di autosospendersi per la vicende giudiziaria che lo riguardano. Nuti, pero’, ribadisce che in merito al provvedimento giudiziario che lo vede coinvolto, “pretesto della vostra richiesta”, ha richiesto ed effettuato interrogatorio con i magistrati e rilasciato saggio grafico “nonostante non sia accusato di aver copiato firme, per una vicenda riemersa dopo 5 anni, dopo essere stata archiviata circa 4 anni fa, e per la quale la stessa perizia dell’accusa esclude compatibilita’ con la mia grafia. Vengo accusato, peraltro, di essere stato presente in quel momento e quindi di sapere, ma ho gia’ dimostrato in maniera incontrovertibile di essere in altro luogo. Vengo, infine, accusato di essere l’istigatore, accusa falsa e che non ha alcun riscontro”. Nuti, ancora, evidenzia “gli imbarazzanti silenzi della Commissione, tranne del sottoscritto, in merito a casi ben piu’ gravi riguardanti altri membri della Commissione”. “Desta sospetto – dichiara Nuti – che nulla e’ stato detto dalla Bindi in merito al fatto che a distanza di oltre tre anni dalla sua istituzione, non vi e’ traccia nel comitato di inchiesta sui beni confiscati, persino del solo elenco dei beni”. Queste le ragioni per cui, conclude Nuti, “la invito a richiedere maggiore impegno a chi dovrebbe lavorare piu’ attivamente e non ad avanzare richieste opposte a chi, invece, ha sempre dimostrato massima dedizione e continuera’ a farlo nel migliore dei modi”.