Obama ride mentre Trump gli parla ai funerali di Carter. Si conclude la cerimonia funebre

Rev. Young elogia “mente dura e cuore tenero”. Alle esequie i cinque presidente americani in vita. La salma dell’ex presidente trasferita a Plains, in Georgia

Barack Obama e Donald Trump

Barack Obama e Donald Trump

Si è tenuta la cerimonia funebre per Jimmy Carter, il 39esimo presidente degli Stati Uniti, scomparso lo scorso 29 dicembre all’età di 99 anni. La funzione si è svolta presso la Cattedrale Nazionale di Washington, alla presenza di leader politici, diplomatici e cittadini accorsi per rendere omaggio a uno dei presidenti più influenti della storia americana.

Presenti cinque presidente americani in vita

Cinque presidenti si sono riuniti nella National Cathedral di Washington per rendere omaggio a Jimmy Carter. In prima fila, davanti all’altare principale, siedono il presidente Joe Biden e la first lady Jill, insieme alla vicepresidente Kamala Harris e al second gentleman Doug Emhoff. Dietro di loro, gli ex presidenti Bill Clinton e sua moglie Hillary, George W. Bush con Laura, Barack Obama e, accanto a lui, Donald Trump, con cui ha scambiato qualche parola, e Melania Trump. L’ex first lady Michelle Obama non è presente. In terza fila, ci sono gli ex vicepresidenti Al Gore e Mike Pence. Mentre aspettano l’ingresso del feretro di Carter, Trump e Obama hanno parlato a lungo, suscitando curiosità su cosa si siano detti.

Al termine della cerimonia, il corteo funebre ha lasciato la Cattedrale, accompagnato dalle solenni note di “Hail to the Chief”, eseguite dalla banda della Guardia Costiera degli Stati Uniti. Carter, noto per la sua umiltà, aveva espressamente richiesto che il brano non venisse suonato durante i suoi ingressi pubblici durante la sua presidenza. Il corteo si dirigerà verso la Joint Base Andrews, da dove la salma sarà trasferita a Plains, in Georgia, per una sepoltura privata presso la residenza di famiglia.

Gli elogi funebri

Il reverendo Andrew Young: “Una mente dura e un cuore tenero”

Il reverendo Andrew Young, ex ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite sotto la presidenza Carter, ha ricordato l’ex presidente come una figura capace di incarnare le contraddizioni e le speranze del profondo Sud degli Stati Uniti. “Jimmy Carter, per me, è stato una specie di miracolo”, ha dichiarato Young. “Sono nato nel profondo Sud pochi anni dopo di lui, in un luogo dove le differenze di colore, credo e origine nazionale sembravano insormontabili. Eppure, lui ha dimostrato come queste differenze potessero trasformarsi in una forza per costruire una grande nazione.”

Young ha inoltre elogiato la capacità di Carter di raggiungere la grandezza grazie alla complessità della sua personalità e alla sua educazione: “Il dottor Martin Luther King Jr. diceva che la grandezza è caratterizzata dall’antitesi, fortemente marcata. Bisogna avere una mente e un cuore duri. E questo era Jimmy Carter”.

Joe Biden: “Il carattere come destino”

Il presidente Joe Biden, intervenuto durante la cerimonia, ha sottolineato l’importanza del carattere nella vita e nella carriera di Jimmy Carter. “Quando ero un giovane senatore, sostenni la candidatura di Jimmy Carter alla presidenza. Lo feci per un motivo semplice: il suo carattere. Credo che il carattere sia il destino, nelle nostre vite e nella vita della nazione”, ha affermato Biden.

Biden ha ricordato come l’amicizia con Carter gli abbia insegnato che la vera forza non risiede nel potere o nei titoli, ma nel carattere e nella capacità di vivere una vita con significato. “La vita di Carter è stata una lezione di amore, misericordia e servizio. Ha dimostrato che il fine non giustifica i mezzi, ma che è il carattere a dare senso e scopo alla vita”, ha concluso il presidente.

L’eredità di Jimmy Carter

Jimmy Carter sarà ricordato come un leader che ha incarnato valori di umiltà, servizio e giustizia sociale. Durante la sua presidenza (1977-1981), si è distinto per l’impegno nella promozione dei diritti umani, nella lotta contro la povertà e nella ricerca di soluzioni diplomatiche ai conflitti internazionali.

Dopo aver lasciato la Casa Bianca, Carter ha continuato a dedicare la sua vita al servizio pubblico attraverso il Carter Center, impegnandosi nella lotta contro le malattie e nella promozione della democrazia nel mondo. Il suo impegno instancabile gli è valso il Premio Nobel per la Pace nel 2002.

Con la sua sepoltura a Plains, Jimmy Carter torna simbolicamente alle sue radici, lasciando un’eredità che continuerà a ispirare generazioni di americani e cittadini del mondo.