Ha obbligo firma ma atto non depositato: arrestato per evasione
Condannato per spaccio di droga, aveva ottenuto gli arresti domiciliari e, il giorno immediatamente successivo, l’obbligo di firma. Tuttavia nei giorni scorsi l’uomo, un senegalese di 35 anni, è stato arrestato come colpevole di evasione dagli arresti domiciliari. Il motivo? Il suo difensore, l’avvocato Antonio Nebuloni, non ha dubbi: è finito in carcere ingiustamente, vittima di un cortocircuito burocratico nella comunicazione tra la cancelleria del Tribunale e l’ufficio esecuzione pene. L’arresto del pusher risale il 29 marzo scorso. Il processo per direttissima si concluse il 3 maggio con la sua condanna a 2 anni e 2 mesi di carcere, ma il giudice Ombretta Malatesta gli concesse subito i domiciliari. Poiché, come sottolinea lo stesso giudice nell’ordinanza, “l’abitazione dell’imputato è condivisa con altri individui che hanno escluso il consenso all’accoglienza del ristretto”, il 4 maggio il senegalese ottenne il beneficio dell’obbligo di firma alla polizia giudiziaria. Il provvedimento, firmato dallo stesso giudice giudice Malatesta, fu notificato al commissariato di Lambrate senza però essere depositato all’ufficio esecuzione pene, dove “riapparve” soltanto 6 giorni dopo, il 10 maggio. Nel frattempo, però, l’uomo non si trovava più nell’appartamento dove, in base all’ordinanza del 3 maggio, avrebbe dovuto scontare la sua pena. Provvedimenti di questo genere vengono di norma notificati nel giro di poche ore e l’avvocato Nebuloni, già dal 4 maggio, aveva avvertito verbalmente il suo assistito dell’obbligo di firma disposto per lui dal giudice. Così, a un controllo effettuato dagli agenti del commissariato Villa San Giovanni l’8 maggio, l’uomo è risultato irreperibile. E per lui è scattata la denuncia per evasione che, nei giorni scorsi, lo ha riportato in carcere. Come ricostruisce il pm delle esecuzioni nell’ordine di arresto per evasione datato 31 maggio, “con ordinanza depositata in data 10 maggio 2017 il Tribunale ha revocato la misura degli arresti domiciliari e l’ha sostituita con quella dell’obbligo di presentazione alla Pg”. Contestualmente, però, “risulta che il provvedimento in questione sarebbe stato reso il 4 maggio 2017, ma – causa inadempienza della cancelleria – il provvedimento è stato depositato solo il successivo 10 maggio”. Lo stesso giudice Malatesta, con un appunto vergato a mano in calce all’ordinanza del 4 maggio, parla di provvedimento “smarrito nel passaggio” tra la cancelleria del Tribunale e l’ufficio esecuzioni pene. Ma, secondo il pm delle esecuzioni, l’uomo è comunque colpevole di evasione e perciò è giusto arrestarlo. Perché “alla data in cui il condannato si è sottratto alla misura in corso – si legge nell’ordine di arresto – egli risultava ritualmente sottoposto alla medesima a cui si è volontariamente sottratto”.