Occorre più trasparenza sui vaccini. Più dati e informazioni in modo tale di rassicurare i cittadini. Non basta che addetti ai lavori o anche esponenti di governo predicano ai media di non creare allarmismi. E il caso AstraZeneca in Italia ne è una testimonianza. Notizie frammentate, azioni di singole regioni che sospendono il siero dell’azienda anglo-svedese, generando sempre più
dubbi alla popolazione. Manca un’unica regia per l’informazione. Il ministero della Salute dovrebbe prendere esempio dal Regno Unito dove, tra l’altro, la campagna vaccinale procede a ritmo serrato con oltre 23 milioni di dosi proprio di AstraZeneca già somministrate e non è stata presa alcuna decisione di sospensione del vaccino. Eppure, secondo i dati ufficiali, sono morte 275 persone alcuni giorni dopo che a loro erano state somministrate le dosi AstraZeneca ma nulla c’entra il vaccino.
Uno dei motivi è la trasparenza delle notizie, i britannici vengono costantemente informati dalla istituzioni. Basti pensare che sul sito del governo britannico c’è una pagina dedicata a un’ampia trasparenza sulla campagna vaccinale. Si legge: “L’Mhra (l’agenzia del farmaco nazionale, ndr) ha ricevuto 227 segnalazioni nel Regno Unito di sospette reazioni avverse al vaccino Pfizer / BioNTech in cui il paziente è morto poco dopo la vaccinazione e 275 segnalazioni per il vaccino dell’Università di Oxford / AstraZeneca e 4 in cui la marca del vaccino non era specificata”. Spiegando che “la maggior parte di queste segnalazioni riguardava persone anziane o persone con malattie di base”, e che “l’uso di AstraZeneca è aumentato rapidamente” e anche “la segnalazione di eventi fatali con un’associazione temporale con la vaccinazione”, ma tuttavia “questo non indica un legame tra la vaccinazione e le vittime riportate”. L’associazione insomma è solo temporale, ma del tutto casuale e gli studi fatti sulle persone decedute, tutte regolarmente segnalate alle autorità, lo dimostrerebbe. Così i britannici si sentono rassicurati.