Italia bloccata dalle basse competenze: ci sono pochi laureati, poco preparati e poco valorizzati. E c’e’ un divario di oltre un anno scolastico tra gli studenti del Nord e quelli del Sud e bisogna incoraggiare una maggiore partecipazione da parte delle donne e dei giovani al mondo del lavoro. E’ il quadro tracciato dal rapporto dell’Ocse “Strategia per le competenze” presentato oggi a Roma. L’Organizzazione di Parigi apprezza comunque le riforme messe in atto dai governi, cambiamenti che hanno consentito di creare 850 mila posti di lavoro dal 2015. “Solo il 20% degli italiani tra i 25 e i 34 anni e’ laureato rispetto alla media Ocse del 30% per la stessa fascia di eta’”, si legge nel report. Inoltre, il “numero assoluto di studenti iscritti all’universita’ e’ sceso dell’8% tra il 2000 e il 2015”. L’Ocse rileva pure che “gli italiani laureati hanno, in media, un piu’ basso tasso di competenze in lettura e matematica (26esimo posto su 29 paesi Ocse)”. L’organizzazione invita a migliorare “la pertinenza degli studi universitari rispetto alla domanda di competenze sul mercato del lavoro”. E sottolinea che sorprendentemente “malgrado i bassi livelli di competenze che caratterizzano il Paese, si osservano numerosi casi in cui i lavoratori hanno competenze superiori rispetto a quelle richieste dalla loro mansione, cosa che riflette la bassa domanda di competenze in Italia. I lavoratori con competenze in eccesso sono l’11,7%, quelli sovraqualificati il 18%.[irp]
Inoltre il 35% dei lavoratori e’ occupato in un settore che non e’ correlato ai propri studi”. Il livello di competenze “relativamente basso” ha causato anche negli ultimi 15 anni, la “stagnazione della produttivita’”. Ancora c’e’ un grande divario a livello di istruzione tra Nord e Sud: “Per esempio, mentre gli studenti della provincia autonoma di Bolzano ottengono risultati estremamente soddisfacenti, in linea con quelli dei Paesi che occupano le posizioni di testa nelle classifiche internazionali come ad esempio quelli degli studenti coreani, gli studenti della Campania si collocano piu’ in basso, allo stesso livello di quelli cileni o bulgari. Il divario della performance in Pisa tra gli studenti della provincia autonoma di Bolzano e quelli della Campagna equivale a piu’ di un anno scolastico”. L’Ocse pero’ plaude anche alle riforme messe in campo negli ultimi anni. Gli ultimi governi, si legge, hanno introdotto una serie di riforme “che vanno nella giusta direzione” proprio per “rompere l’attuale equilibrio di bassa produttivita’ e basse competenze e generare posti di lavoro produttivi e gratificanti in tutto il paese”, ma occorre andare avanti “riguardo alla loro implementazione”.[irp]
Il Jobs Act ad esempio “e’ una pietra miliare del recente processo di riforme. Le riforme attuate in Italia hanno consentito di creare 850 mila posti di lavoro dal 2015”, sottolinea il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria. Immediato il commento del governo: l’Ocse “riconosce che l’Italia ha varato un ambizioso pacchetto di riforme per sostenere la crescita anche attraverso il piu’ adeguato livello di competenze, ora e’ necessario proseguire sulla strada dell’implementazione”. Il governo concorda “con l’analisi contenuta nel rapporto secondo cui il jobs act, la riforma nel sistema dell’istruzione (la buona scuola), il piano nazionale Scuola digitale, il piano nazionale Industria 4.0 vanno nella giusta direzione e possono generare sinergie per giungere a un migliore allineamento fra domanda e offerta di competenze”. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, esorta a non fermarsi ai risultati ottenuti: “Oggi con l’Ocse per pensare soprattutto a quello che c’e’ ancora da fare per il futuro, senza fermarci ai risultati ottenuti finora”. “Le competenze devono essere al centro di una strategia di lungo termine, l’investimento pubblico sulla filiera del sapere e’ prioritario”, commenta la ministra dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca, Valeria Fedeli, secondo la quale “il tema delle competenze e’ strategico per il futuro per Paese”.[irp]