Ocse vede rosa sull’Italia, ma l’economia globale “preoccupa”

Ocse vede rosa sull’Italia, ma l’economia globale “preoccupa”
9 novembre 2015

Previsioni economiche più rosee sull’Italia da parte dell’Ocse, su crescita economica, occupazione e conti pubblici. Purtroppo però all’interno di un contesto globale su cui l’organizzazione parigina esprime “profonde preoccupazioni”, mentre quest’anno il ritmo di espansione segnerà un rallentamento finendo sotto il 3 per cento. Perché sé sulla Penisola sono state effettuate revisioni in meglio, all’opposto sulla crescita globale sono stati operati nuovi tagli, a riflesso del rallentamento dei grandi paesi emergenti, della frenata del commercio globale e dell’andamento “persistentemente debole” degli investimenti. “I leader globali devono rinnovare i loro sforzi per assicurare una crescita solida, sostenibile e equilibrata”, ha avvertito il segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Angel Gurria (foto), presentando la nuove edizione dell’Economic Outlook. Ad ogni modo, tornando all’Italia l’Ocse ha innanzitutto rivisto al rialzo le previsioni di crescita del Pil, al più 0,8 per cento sul 2015 e al più 1,4 per cento sia sul 2016 che sul 2017. Dati di un decimale più elevati di quelli indicati in un parziale aggiornamento delle previsioni che era stato diffuso il 16 settembre scorso. Nel capitolo sulla Penisola, l’ente parigino elogia le “riforme significative” portate avanti dal governo, e in particolare il Jobs Act, che assieme all’esenzione dai contributi per tre anni sui neo assunti sta “guidando una svolta” sull’occupazione. Queste riforme “hanno portato un aumento cospicuo dei contratti a tempo indeterminato e allargato la rete di protezione sociale – si legge – rendendo la crescita più inclusiva”.

Il mercato del lavoro “sta migliorando, aiutando a aumentare i consumi dei privati”. Quest’anno viene previsto un calo del tasso di disoccupazione al 12,3 per cento – dal 12,7 per cento del 2014 – e poi all’11,7 per cento nel 2016 e all’11 per cento nel 2017. Intanto continuano a migliorare anche i conti pubblici. Secondo l’Ocse il deficit di bilancio calerà quest’anno al 2,6 per cento del Pil, dal 3 per cento del 2014, e poi al 2,2 per cento nel 2016 e all’1,6 per cento nel 2017. Sul debito pubblico è previsto un picco al 134,3 per cento del Pil quest’anno, cui seguirà una moderazione al 133,5 per cento nel 2016 e al 131,8 per cento nel 2017. Ma appunto passando al quadro globale il tono cambia decisamente. L’Ocse un più 2,9 per cento per il Pil planetario quest’anno, in rallentamento dal più 3,3 per cento del 2014, un più 3,3 per cento il prossimo anno e un più 3,6 per cento nel 2017. A metà settembre aveva stimato una crescita globale 2015 al 3 per cento e un 3,6 per cento sul 2016. Nello studio viene citato “un nuovo netto rallentamento delle economie emergenti” che combinato alla frenata del commercio globale sta zavorrando la crescita. Secondo Gurria queste dinamiche, assieme alla persistente debolezza degli investimenti “sono molto preoccupanti”. Il rapporto sfiora temi rilevanti di attualità, come la crisi dei rifugiati e la conferenza di Parigi sul clima, con richiami ad un approccio collettivo.

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