La Baviera vota oggi per elezioni regionali cruciali, che rischiano di trasformarsi in una disfatta per gli alleati conservatori di Angela Merkel, scenario che renderebbe ancora più fragile il già impopolare governo della cancelliera tedesca.
Nove milioni e mezzo di elettori sono chiamati alle urne. E, secondo i sondaggi, si apprestano a decretare il peggior risultato della storia per i conservatori della Csu (Unione Cristiano-Sociale), che amministra incontrastata da decenni il ricco Land del sud della Germania. La Csu, alleato fondamentale del governo di Angela Merkel, dovrebbe sicuramente arrivare in testa – tra il 33 e il 35 per cento delle preferenze – ma le sue perdite si preannunciano consistenti. La sua maggioranza assoluta nel parlamento bavarese sembra condannata a complessi negoziati per alleanze.
Ad approfittarne dovrebbero essere i Verdi (18-19 per cento) e il partito AfD (Alternativa per la Germania, 12-14 per cento), mentre l’altro componente della coalizione della cancelliera – i socialdemocratici dell’Spd (10-12 per cento) – hanno messo in preventivo una sconfitta storica. I primi exit poll sono attesi subito dopo la chiusura delle urne, prevista per le 18. In termini di code di elettori, l’affluenza si annuncia alta, anche se le autorità non hanno comunicato dati su scala regionale.
“Qualunque sia il risultato delle elezioni, Merkel lo sa, quelli che si preannunciano sono tempi difficili”, la previsione del quotidiano Sueddeutsche Zeitung. Perchè subito dopo la Baviera, le elezioni regionali in Assia del 28 ottobre si annunciano altrettanto ardue per il partito di centrodestra di Angela Merkel, l’Unione cristiano-democratica (Cdu). Queste due elezioni “influenzeranno la politica nazionale e di conseguenza la reputazione della cancelliera”, ha avvertito il presidente della Camera dei deputati – e rispettato ‘veterano’ della Cdu -Wolfgang Schaeuble.
L’osservazione non è insignificante: Angela Merkel a dicembre deve affrontare il voto dei militanti per essere riconfermata alla guida del suo partito. Al potere della prima economia europea da tredici anni, deve fronteggiare le conseguenze politiche della sua decisione – presa nel 2015 – di aprire le frontiere della Germania a oltre un milione e mezzo di richiedenti asilo. Il disamore dei tedeschi per il suo esecutivo, a quanto pare, non smette di crescere. Il barometro nazionale pubblicato oggi dalla Bild accredita la ‘coppia’ Cdu/Csu di uno striminzito 26 per cento, l’Spd è al 17 per cento, lo stesso livello dei tedeschi in piena fiducia e poco davanti all’estrema destra (15 per cento).