Il Consiglio affari generali dell’Ue svoltosi a Bruxelles ha dato la sua approvazione definitiva al testo del Regolamento sul piano “REPowerEU” che prevede la possibilità di aggiungere un nuovo capitolo, da presentare entro fine aprile, ai Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) sottoposti dagli Stati membri alla Commissione nel quadro del Recoveru Plan post pandemico “NextGenerationEU”, con nuovi progetti da realizzare entro il 2026. I nuovi progetti dovranno riguardare gli obiettivi specifici di REPowerEU, che la Commissione europea aveva proposto il 18 maggio 2022, sullo sfondo della guerra in Ucraina, per liberare al più presto l’Ue dalla dipendenza dai carburanti fossili russi.
Gli obiettivi riguarderanno specificamente piani per il risparmio e l’efficienza energetica e per lo stoccaggio del gas, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas e petrolio (anche attraverso nuove infrastrutture), oppure la loro sostituzione con nuovi impianti di fonti rinnovabili, e con l’elettrificazione. Il Consiglio Ue ha formalizzato l’accordo sul testo del regolamento che era stato raggiunto con il Parlamento europeo, e approvato dalla plenaria di Strasburgo il 14 febbraio scorso, con 535 voti a favore 63 contrari e 53 astensioni. Il regolamento prevede fra l’altro nuove risorse da destinare ai Pnrr, consistenti in 20 miliardi di euro aggiuntivi in sovvenzioni Ue a fondo perduto (finanziate per il 40% con i proventi del sistema europeo Ets per lo scambio dei permessi di emissione, e dal 60% dal Fondo per l’Innovazione, finanziato anch’esso dall’Ets).
La chiave di ripartizione fra gli Stati membri di queste sovvenzioni assegna all’Italia 2 milardi e 760 milioni di euro, la quota maggiore (il 13,8% del totale) a pari merito con la Polonia. Non solo: i paesi che lo vorranno potranno chiedere ulteriori prestiti Ue dal Fondo di Recovery Rrf per i progetti aggiuntivi del nuovo capitolo REPowerEU dei loro Pnrr, anche quando, come nel caso dell’Italia, i prestiti loro assegnati sono stati già tutti richiesti. A oggi, restano formalmente ancora 225 miliardi di euro di prestiti non richiesti, che dovrebbero però ridursi a 140 dopo che la Spagna, come ha indicato, chiederà di utilizzare gli 85 miliardi che le erano stati assegnati. Altri paesi (come Belgio, Portogallo, Slovachia, Repubblica ceca, Polonia e Ungheria) Repubblica Ceca, potrebbero ripensarci e chiedere i prestiti del fondo Rrf loro assegnati e non ancora o solo parzialmente richiesti.
Resterebbe comunque una somma considerevole di prestiti Ue che i paesi destinatari non hanno interesse a richiedere, perché (come nel caso di Germania e Olanda) raccogliendo direttamente i capitali sui mercati possono spuntare tassi di interesse più favorevoli rispetto a quelli applicati alla Commissione, e senza condizioni aggiuntive. Gli Stati membri interessati ai nuovi prestiti dovranno manifestare il proprio interesse entro fine marzo, indicando i nuovi obiettivi, ma avranno il 31 agosto come scadenza vincolante per formalizzare la richiesta. E’ prevista, inoltre, una ulteriore flessibilità per i fondi Ue di sviluppo regionale (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo e Fondo di coesione), che potranno essere ri-orientati in parte per gli obiettivi di REPowerEU, in particolare per quanto riguarda il sostegno alle Pmi e alle famiglie più vulnerabili, colpite dai rincari energetici. Infine, gli Stati membri potranno anche ri-destinare agli stessi obiettivi una parte dei fondi che sono stati loro assegnati con la riserva di adeguamento alla Brexit, da 4,5 miliardi di euro complessivi.
La decisione di oggi del Consiglio Ue “consentirà di integrare il Pnrr ed investire sull’autonomia e la sicurezza energetica del nostro Paese”, ha commentato con una nota il ministro italiano per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, che rappresentava l’Italia al Consiglio Affari generali. “Il nostro governo – ha aggiunto Fitto nella nota – ha già avviato un confronto in cabina di regia con tutte le amministrazioni centrali responsabili e con le principali aziende statali. Il nostro obiettivo nei prossimi giorni è definire un programma che effettivamente abbia dei progetti realizzabili entro il 2026”. “Il REPowerEU è una straordinaria opportunità per il nostro paese e per l’Europa, in quanto la sicurezza energetica del nostro paese potrà avere ripercussioni positive per l’intera Europa. In tal senso i progetti che intendiamo proporre hanno come obiettivo quello di far diventare l’Italia un grande hub energetico europeo del Mediterraneo, così come indicato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni”, ha concluso Fitto.