La Cina e’ pronta a prendere misure “per contrattaccare con vigore” in risposta al Congresso Usa che ha dato il via libera all’Hong Kong Human Rights and Democracy Act, il provvedimento a sostegno delle proteste dell’ex colonia, ora all’esame della firma di Donald Trump per la sua efficacia. “Condanniamo con forza e ci opponiamo con decisione alla approvazione di queste leggi”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang. La Camera dei rappresentanti americana, infatti, ha approvato la legge già adottata dal Senato a sostegno dei manifestanti di Hong Kong, che rischia di inasprire il confronto con la Cina e far fallire il negoziato commerciale tra i due Paesi. La legge per “i diritti umani e la democrazia a Hong Kong”, approvata martedì scorso all’unanimità dal Senato, ha ottenuto il via libera della Camera con 417 voti a favore e uno contrario, e dovrebbe essere ratificata oggi dal presidente Donald Trump. Una fonte vicina al dossier ha detto a Bloomberg che il presidente ha intenzione di sottoscriverla. La norma prevede, tra l’altro, sanzioni contro individui o entità ritenuti responsabili di aver violato le libertà garantite dalla Legge fondamentale di Hong Kong e chiede al dipartimento di Stato Usa di non negare il visto a quanti vengono arrestati o detenuti “per ragioni politiche”. “Il Congresso sta mandando al mondo un messaggio inequivocabile sul fatto che gli Stati Uniti sono solidali con il popolo di Hong Kong che chiede libertà e che sosteniamo appieno la sua lotta per la libertà”, ha commentato la presidente della Camera, Nancy Pelosi.
Intanto, la battaglia al campus di Hong Kong sembra volgere al termine, ma i suoi riflessi si avvertono anche sui mercati finanziari: quelli di Hong Kong e di Tokyo hanno chiuso in perdita, rispettivamente dell’1,56% e dello 0,48%, preoccupati dalla possibile ricaduta che il sostegno del Congresso americano alle proteste degli studenti potrebbe avere sul negoziato Usa-Cina sui dazi. Ancora decine di studenti rimangono all’interno del campus del PolyU di Hong Kong, dopo che sette manifestanti, nella mattinata di oggi, hanno deciso di uscire dall’istituto da cinque giorni accerchiato dalla polizia per arrendersi e sottoporsi a cure mediche. Secondo stime del South China Morning Post, sono ancora 60 gli studenti che resistono all’interno dell’istituto, in condizioni sempre piu’ difficili, mentre a Washington la legge sui diritti umani e la democrazia a Hong Kong, che fa infuriare Pechino, ha ricevuto il via libera del Congresso con l’approvazione alla Camera. Il provvedimento, lo Hong Kong Human Rights and Democracy Act, e’ in attesa di essere firmato dal presidente Usa, Donald Trump, e spiana la strada a sanzioni nei confronti di individui ed enti cinesi e di Hong Kong che si ritiene violino le liberta’ fondamentali dell’ex colonia britannica. Tra le misure previste c’e’ la compilazione di un rapporto annuale, che deve ricevere l’approvazione del segretario di Stato, sul livello di autonomia di Hong Kong rispetto alla Cina per permettere alla citta’ di mantenere l’attuale status speciale sul piano commerciale conferitole da Washington con una legge del 1992, lo Hong Kong Policy Act.
Pechino aveva gia’ condannato ieri l’approvazione del Senato Usa al provvedimento, e il Ministero degli Esteri aveva convocato il ministro consigliere per gli Affari Politici dell’Ambasciata Usa a Pechino, William Klein, per protestare. Oggi, a esprimersi contro la legge sui diritti umani a Hong Kong e’ il tabloid Global Times. “Qualcuno puo’ pensare che questo possa essere un deterrente per Pechino, ma un pensiero del genere e’ naif”, scrive in un editoriale il tabloid affiliato al Quotidiano del Popolo, organo di stampa del Partito Comunista Cinese. “Gli Usa sperano che Hong Kong sprofondi a lungo nel caos. Se prendiamo seriamente questo provvedimento e ci ritiriamo dal contrasto alle rivolte”, come la Cina definisce le proteste anti-governative, “Hong Kong soffrira’ per un accelerazione del collasso dello Stato di diritto e sara’ cancellata dal mondo moderno”. Il via libera al Congresso della legge, assieme alle incertezze della disputa tariffaria tra Cina e Stati Uniti, hanno fatto sentire i contraccolpi sulla Borsa di Hong Kong, che e’ arrivata a cedere il 2% dopo i primi scambi e ha chisuo giu’ di oltre l’1,5%. A Tokyo il Nikkei ha chiuso con una perdita dello 0,48% e al termine di una seduta costantemente in negativo. La situazione a Hong Kong rimane tesa con l’avvicinarsi della scadenza di domenica, quando sono previste le elezioni per il rinnovo dei Consigli Distrettuali: nella mattinata di oggi un sergente di polizia e’ stato sfregiato al volto da un 72enne, che stava danneggiando il manifesto elettorale di un candidato allo schieramento pro-Pechino, e l’amministrazione di Hong Kong ha gia’ avvertito della possibilita’ di un rinvio del voto se non si abbassera’ la tensione nell’ex colonia, da oltre cinque mesi sconvolta dalle proteste anti-governative.