Olimpiadi 2026: inaugurato a Cortina la pista di bob, slittino e skeleton

È ufficiale: la pista “Eugenio Monti” di Cortina d’Ampezzo, dedicata a bob, slittino e skeleton, è stata inaugurata oggi, segnando un passo decisivo verso le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Un progetto che ha suscitato polemiche e divisioni, ma che oggi si presenta come una scommessa vinta, completata in soli 305 giorni dall’apertura del cantiere. La cerimonia di apertura ha visto la partecipazione di autorità, atleti e cittadini, con il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini e il governatore del Veneto Luca Zaia tra i protagonisti di un evento che guarda oltre lo sport, verso un messaggio di pace e unità.
Una pista tra difficoltà e speranze
La costruzione della pista non è stata priva di ostacoli. Le critiche delle associazioni ambientaliste, preoccupate per l’impatto sul territorio, si sono unite a imprevisti tecnici che hanno più volte messo a rischio il progetto. Eppure, il tracciato – 16 curve, un tempo di percorrenza stimato tra i 55 e i 60 secondi e una velocità massima che può sfiorare i 145 km/h – è ora realtà. Attualmente sorretta da travi di legno, tubi e teloni di plastica bianca, la struttura è ancora in fase di completamento, ma ha già ospitato i primi test.
Il cortinese Mattia Gaspari è stato il primo a scendere con lo skeleton, seguito da Dominik Fischnaller con il suo slittino, dimostrando che la pista è pronta a essere protagonista. Patrick Baumgartner, membro della nazionale italiana di bob, non ha nascosto la sua emozione: “Ho sempre immaginato che i Giochi si sarebbero svolti qui, e il mio sogno è sempre stato di vederli a Cortina. Non ho mai preso in considerazione altre soluzioni perché ero convinto che ce l’avremmo fatta. Ora la pista è costruita, ci abbiamo corso sopra: questa è la prova”.
Salvini: “Un simbolo di pace”
Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha celebrato l’inaugurazione con toni entusiastici, rispondendo anche alle critiche passate: “Il 16 ottobre 2023 i giornali titolavano ‘La pista di bob a Cortina non si farà, il progetto nasce male e muore peggio’. Tié, siamo qua, con tutto l’affetto del mondo”. Ma il suo messaggio è andato oltre la soddisfazione per l’opera completata: “Visto che ci sono colloqui di pace in corso in queste ore e che lo spirito olimpico dovrebbe avvicinare i popoli, spero che questa pista, che ha unito i territori, unisca anche i Paesi. Spero di vedere alle Olimpiadi del 2026 atleti ucraini e russi scendere insieme sulle piste, perché lo sport si fonda sulla pace. Vedere nazionali senza bandiera o senza presenza fa male”. Un richiamo, quello di Salvini, che si intreccia con il dibattito internazionale sullo spirito olimpico, in un momento in cui i conflitti globali continuano a segnare l’agenda politica.
Zaia: “Un’opera che cambierà i territori”
Alle parole di Salvini hanno fatto eco quelle del governatore Luca Zaia, che ha sottolineato il valore dell’opera non solo per lo sport, ma anche per il turismo e l’identità del territorio: “Non è solo una grande opera dal punto di vista sportivo. La gente partirà da lontano per vedere un’opera di architettura e ingegneria. Guardatela anche con questa ottica: doniamo alla città, alla comunità e a questo Paese una meta di grande emozione e visita. Queste Olimpiadi cambieranno i nostri territori”.
Prossimi passi: omologazione e sicurezza
Nonostante l’entusiasmo, la strada verso il 2026 è ancora lunga. La pista deve ottenere l’omologazione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che in passato aveva espresso perplessità sulla scelta di costruire una nuova struttura anziché utilizzare tracciati già esistenti all’estero. La sicurezza, inoltre, resta una priorità assoluta: la tragica morte dello slittinista Nodar Kumaritashvili durante un allenamento alle Olimpiadi di Vancouver 2010 è un monito ancora vivo. Per questo, i test pre-omologazione proseguiranno nei prossimi giorni, mentre un test-event ufficiale è programmato per ottobre.
Una vittoria contro ogni previsione
La pista “Eugenio Monti” rappresenta oggi un simbolo di resilienza e determinazione. Nonostante le difficoltà, Cortina d’Ampezzo si prepara a ospitare le gare olimpiche con un tracciato che unisce tradizione – il nome richiama il leggendario bobbista italiano – e innovazione. Un’opera che, come ha sottolineato Salvini, è anche una risposta a chi non ci credeva: “È stata una bella avventura. Ringrazio l’impresa che ci ha creduto per prima e i giornalisti che ci hanno stimolato con le loro critiche. Oggi siamo qui, e questo conta”.