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Olimpiadi 2026 a Milano-Cortina, vittoria del sistema Nord-Est

Ad agosto 2018 era Torino-Milano-Cortina, poi a metà settembre la candidatura italiana per i Giochi invernali del 2026 era già finita sul binario morto, visto che la soluzione a tre non piaceva a nessuno. “È morta qui” aveva detto il sottosegretario Giancarco Giorgetti, ma poche ore dopo la fiamma olimpica è risorta dalle ceneri con la strana alleanza alleanza a due tra il capoluogo lombardo e la cittadina ampezzana, tra Lombardia e Veneto. Nove mesi dopo, a vent’anni dall’assegnazione a Torino dei Giochi del 2006, è arrivata la vittoria a Losanna su Stoccolma-Are con 47 voti contro 43, frutto della tenacia del sistema Nord-Est, che ha saputo mettere a frutto da una parte l’esperienza di Expo 2015 e dall’altra quella futura dei Mondiali di sci del 2021, insieme agli impianti collaudati del Trentino-Alto Adige. Un risultato reso però possibile anche dall’appoggio compatto e decisivo del governo, capace di superare le iniziali titubanze.

Il dossier italiano, lo avevano ammesso gli stessi membri della Commissome del Cio dopo i sopralluoghi in Svezia e Italia, era superiore da molti punti di vista, ma a favore degli scandinavi pesavano come un macigno sette precedenti bocciature. “Tornare a in Italia 13 anni dopo Torino 2006 – aveva ammesso poco prima del voto un esperto di dinamiche olimpiche come Franco Carraro – contraddice il principio di universalità, ma l’Italia, è un paradosso, in questo momento è un po’ più affabile”. Lo aveva capito Gunilla Lindberg, potente regista della candidatura svedese, che nel suo intervento davanti ai delegati del Cio aveva sganciato la bomba: dimostrate con il vostro voto che le regole e i principi del Cio, comprese quelle nuove che impongono contenimento dei costi e sostenibilità, “non sono solo chiacchiere”.

Non è bastato anche perché l’Italia aveva un altro punto di forza, cioè il sostegno della popolazione locale. “Non posso entrare nella testa dei miei colleghi, ma se mi chiedete che cosa credo abbia fatto la differenza immagino che sia stato il supporto popolare: 83% in Italia, 55% in Svezia” ha detto il presidente del Cio, Thomas Bach, subito dopo il voto. Il resto l’hanno fatto i protagonisti della candidatura di Milano-Cortina, a partire dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, probabile presidente del futuro comitato organizzatore, per il quale si è trattato di un “risultato molto importante per tutto il Paese”. La sua è una rivincita dopo il ritiro di Roma dalla corsa per i Giochi del 2024, a causa del passo indietro di Virginia Raggi, da poca eletta sindaca della capitale. “Le ferite sono perfettamente cicatrizzate, ma si vedono ancora perché Roma è la mia città” ha commentato in proposito Malagò.

Tuttavia, Malagò è consapevole che queste Olimpiadi organizzate nel nord Italia possano aumentare il gap tra Roma e il nord Italia stesso. “Purtroppo penso di si'”, ha detto il presidente del Coni. È una rivincita anche per il presidente del Veneto Luca Zaia, al quale gli svedesi di Are avevano soffiato i Mondiali di sci del 2019, ma soprattutto per il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che pur avendo un dossier migliore aveva perso al sorteggio l’Agenzia europea del farmaco finita a Amsterdam. Un precedente che gli ha imposto massima prudenza fino all’esplosione di gioia di oggi dopo il verdetto del Cio. “L’Italia ha molto apprezzato le riforme introdotte dal Cio con l’Agenda 2020 e la nostra candidatura ne è una valida testimonianza” aveva aggiunto nel suo videomeddaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E poi il premier, Giuseppe Conte, che a Losanna c’è venuto, seppure per poche ore: “Lavoreremo perché – ha assicurato – l’evento possa essere ricordato nella storia dello sport”.

 

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