Oliver Stone: i miei primi 40 anni nell’America del Pentagono
Un tour italiano che parte da Roma. Il regista riflette su successo, pacifismo, censura economica VIDEO
Un tour italiano che parte da Roma per inaugurare all’Eur il Timvision Floating Theatre, passa dal festival di Pesaro e finirà a Venezia. Oliver Stone arriva per presentare il libro sui suoi primi 40 anni di regista e attivista: si chiama “Cercando la luce”, sebbene il titolo inglese sia piuttosto “inseguendo la luce”, edizioni la Nave di Teseo. L’infanzia, il Vietnam da volontario, il successo e i retroscena di Hollywood negli anni Settanta e Ottanta; storia di un giovane squattrinato e ambizioso che conquista il cinema fra lacrime, sudore e inganni. “Fuga di Mezzanotte”, la sceneggiatura di “Scarface”, e infine “Platoon”; sulla rievocazione della guerra si chiude il libro, con il primo grande successo che lo consacrò.
Di politica e di presidenziali americane non ha molta voglia di parlare: “Francamente non credo che Trump vincerà”, spiega il regista disincantato, 2ma fra democratici e repubblicani non c’è grande differenza. Entrambi sono orientati alla spesa militare, un budget che cresce di anno in anno. Sarebbe necessario investire in infrastrutture per la gente mentre spendiamo per combattere guerre all’estero e per cambiare certi regimi. Non capisco perché. Non è democrazia questa. Non abbiamo un partito della pace, e questo è molto inquietante”.
Ma alle domande dei cronisti risponde sull’America dell’entertainment; un paese dove la censura esiste, spiega, ma coi cordoni della borsa. Parla delle ingerenze del governo nella realizzazione dei prodotti: 850 film, 1500 programmi televisivi controllati dalla Cia, dal dipartimento della Difesa, sceneggiature riviste, richieste di modifiche. “Platoon” fu tartassato dal Pentagono, “JFK” dalla Cia. Peggio ancora per gli ambiziosi che volessero usare navi e aerei. E anche le serie Tv come “Homeland”, dice, cooperano. E’ impossibile fare un film critico della politica estera, soprattutto dopo il 2001, se non sei completamente indipendente. E anche allora avrai problemi con la distribuzione. E’ una forma di censura; economica, ma censura”.