Oltre 20 mld da spendere per lo sviluppo, ma Roma dorme

12 luglio 2014

Mentre la disoccupazione galoppa, la produzione industriale frena, le infrastrutture sono al palo, le uniche risorse certe per lo sviluppo, rappresentate dei Fondi Europei, registrano un impiego a passo di lumaca. Infatti, stante i dati dell’ultimo monitoraggio (31 maggio 2014), la spesa rendicontata alla Commissione Europea dal nostro Paese si attesta al 56% (26,7 miliardi di euro) sul totale delle risorse assegnate per il periodo 2007-2013 (47,7 miliardi di euro). Cio’ significa che da qui alla fatidica data di dicembre 2015, quando si chiude definitivamente il ciclo di programmazione, dobbiamo spendere ancora 21 miliardi di euro (poco meno di quanto speso nei 7 anni precedenti). Facendo alcuni calcoli e proiezioni, continuando con questo trend, si rischierebbe di dover restituire a Bruxelles circa 5 miliardi di euro. Questi dati sono il frutto di un’elaborazione del Servizio Politiche Territoriali della Uil, sul monitoraggio della spesa rendicontata al 31 maggio 2014. “Da tale monitoraggio emerge – spiega Guglielmo Loy – che su 52 programmi operativi (nazionali, interregionali e regionali), che caratterizzano la programmazione di Fondi comunitari, al 31 maggio 2014, ben 13 di essi non hanno superato il target di spesa previsto; inoltre altri 6 programmi, pur essendo entro la soglia di tolleranza, non hanno raggiunto l’obiettivo”. “In particolare – continua Loy – tra i programmi piu’ a rischio ci sono i 4 programmi nazionali e interregionali (attrattori culturali; energia; governance e assistenza tecnica; legalita’); i 2 programmi della Sicilia (FSE e FESR); 1 programma (FSE) della Calabria; 1 programma (FSE) dell’Abruzzo; 1 programma (FESR) del Lazio (in questa regione l’altro programma FSE e’ al limite della soglia di tolleranza); 1 programma (FESR) del Molise; 1 programma (FESR) della Sardegna; 1 programma (FSE) della Provincia Autonoma di Bolzano; 1 programma (FESR) della Provincia Autonoma di Trento”.

Secondo la Uil per quanto riguarda i singoli fondi, con riferimento al Fondo Sociale Europeo (FSE), che finanzia azioni per l’occupazione e istruzione e formazione, su un totale di 14,3 miliardi di euro, sono stati rendicontati a Bruxelles in totale 9,5 miliardi di euro (il 65,9%). Per quanto riguarda il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), che sostiene programmi d’investimento (incentivi alle imprese, ricerca e innovazione, infrastrutture, agenda digitale, energia, ecc), su un totale di finanziamento per il periodo 2007-2013 di 33,4 miliardi di euro, sono stati rendicontati 17,3 miliardi di euro (il 51,7%). A livello regionale, in valori percentuali, 3 Regioni sono al di sotto della media nazionale (56%): si tratta della Campania che ha rendicontato il 36,5% del totale delle risorse, della Calabria che ha rendicontato il 43,1%, della Sicilia che ha rendicontato il 44,9%. Restano ancora da spendere, quindi, 3,5 miliardi di euro (il 63,5%) per la Campania, 3,3 miliardi di euro (il 55,1%) per la Sicilia; 2,3 miliardi di euro (il 40%) per la Puglia; 1,6 miliardi di euro (il 56,9%) per la Calabria. In valori assoluti, per i programmi nazionali e interregionali si devono ancora spendere 4,9 miliardi di euro (il 43%). “Dover restituire parte di queste importanti e vitali risorse a Bruxelles, sarebbe – conclude Loy – una vera e propria tragedia e un atto di autolesionismo da parte del Governo”.

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