Oltre 22.000 esuberi gia’ definiti nel settore bancario dagli ultimi piani industriali dei principali gruppi bancari italiani, a fronte di quasi 3.600 nuove assunzioni. I dati aggiornati sono stati forniti all’AGI dalla Fabi (Federazione autonoma dei bancari italiani). Il segretario generale Lando Maria Sileoni, sottolinea che sono “numeri importanti, ma si tratta di uscite volontarie con l’obiettivo raggiunto di evitare i licenziamenti perpetrati in tutta Europa e di garantire il ricambio generazionale”. I numeri piu’ pesanti sono quelli riferiti dalle banche piu’ grandi. In Unicredit l’ultimo piano (2019-2014) prevede 3.900 uscite volontarie. A febbraio scorso e’ stata infatti sottoscritta l’intesa per l’uscita di questo numero di dipendenti usando il Fondo di solidarieta’ fino a 54 mesi. Le nuove assunzioni invece ammontano a 2.000.[irp]
Il Gruppo Intesa/Popolari venete nel piano 2017-19 contempla 3.900 uscite volontarie di cui circa 1.000 nelle Popolari venete e la chiusura di 600 sportelli. L’accordo raggiunto con Intesa Sp,nell’ambito dell’integrazione con le venete, estende l’uso del Fondo fino a 84 mesi per la prima parte da 1.000 esuberi e a 60 mesi per la seconda tranche da 3.000 uscite. Monte Paschi di Siena nel piano al 2021 conta ben 5.500 uscite volontarie dicui 1.800 gia’ concordate con i sindacati. Il Gruppo Ubi prevede nel piano 2017-20 2.750 uscite volontarie a cui si devono sommare le 1.500 delle 3 good bank (ex banca Marche,Banca Etruria e Carichieti). Infine il Gruppo Banco Popolare Bpm mette nero su bianco nel piano 2016-19 1.800 uscite a fronte di 400 nuove assunzioni. Numeri meno pesanti ma sempre rilevanti sono definiti anche dal piano al 2010 del Gruppo Bnl che definisce 783 uscite, 650 nel Gruppo Carige e 585 in Bper.[irp]