Mano nella mano, un gesto storico, straordinario, mai avvenuto prima: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor hanno reso omaggio alle vittime delle Foibe a Basovizza, e hanno deposto una corona d’alloro e fiori con i due tricolori italiano e sloveno. E’ la prima volta di un Capo di Stato sloveno a Basovizza per rendere omaggio alle vittime italiane delle foibe.
I due presidenti si sono inchinati di fronte al monumento nazionale ai caduti tenendosi la mano. Presenti anche il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, i ministri Lamorgese e Di Maio e il sindaco di Trieste Dipiazza. Minuti di silenzio davanti al monumento che ricorda le vittime delle Foibe. Poi un lungo dialogo tra Mattarella e il suo omologo Pahor. Successivamente Mattarella e Pahor si sono recati al cippo del Tigr, monumento che ricorda quattro giovani antifascisti sloveni Ferdo Bidovec, Fran Marusic, Zvonimir Milos, Alojz Valencic fucilati dal regime fascista il 6 settembre 1930. I due Capi di Stato, dopo essersi tolti la mascherina, hanno deposto una corona d’alloro e fiori e, tenendosi per mano, hanno reso omaggio ai Caduti.
“La storia non si cancella e le esperienze dolorose conosciute da queste terre non si cancellano – ha detto Mattarella, presso la sede della prefettura di Trieste in occasione della firma del protocollo per la restituzione del Narodni dom alla counità slovena triestina -. E proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità, a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze, patite da una parte e dall’altra l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimenti e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro, al di qua e al di là della frontiera, il cui significato di separazione è ormai per fortuna superato per effetto della comune scelta di integrazione dell’Unioe europa.
Sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro”.