Su richiesta della Turchia, l’Interpol ha emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti di 20 sauditi sospettati dell’omicidio di Jamal Khashoggi il 2 ottobre scorso nel consolato saudita di Istanbul. Lo riportano media locali. Intanto, il Dipartimento di Stato americano ha inserito l’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi nel suo rapporto annuale sulle violazioni dei diritti umani, affermando che a commetterlo sono stati agenti del governo dell’Arabia Saudita.
Nel rapporto, che descrive in dettaglio le violazioni dei diritti umani in tutto il mondo, non si fa però riferimento a un ruolo del principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohamed bin Salman, nella morte del giornalista del Washington Post. Lo scorso dicembre il direttore della Cia, Gina Haspel, aveva sostenuto che l’erede al trono saudita ha ordinato e diretto l’omicidio di Khashoggi. “Quando facciamo queste segnalazioni cerchiamo tutte le fonti di informazione pertinenti, comprese quelle dell’intelligence degli Stati Uniti”, ha detto l’ambasciatore Michael Kozak, che guida l’ufficio Democrazia, diritti umani e lavoro del Dipartimento di Stato, nella relazione annuale richiesta dal Congresso.
Nel suo resoconto della morte dell’editorialista del Washington Post, il rapporto del Dipartimento di Stato Usa afferma che agenti del governo saudita “hanno compiuto l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi all’interno del consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul, in Turchia, il 2 ottobre”. Il re Salman dell’Arabia Saudita “si è impegnato a tenere conto di tutte le persone coinvolte, indipendentemente dalla posizione o dal grado” e 11 sospetti sono stati incriminati dall’ufficio del pubblico ministero del regno, nota il rapporto Usa sui diritti umani. Il governo di Riad non ha nominato pubblicamente nessuno di questi 11 sospetti, né ha fornito resoconti dettagliati sullo stato dell’indagine.