Così l’avvocato Francesco Villardita aveva definito lo stato d’animo della sua assistita, Veronica Panarello, prima dell’inizio dell’udienza del processo col rito abbreviato, in cui è imputata per omicidio premeditato e l’occultamento di cadavere del figlio Loris, di 8 anni. A termini della requisitorio, invece, Villardita ha detto: “Quello di oggi è un assist alla difesa, non me l’aspettavo. Non parlo di autogol, ma di presa di coscienza e totale onestà intellettuale dei pm”. Con queste parole, la difesa, ha commentato la tesi della Procura di Ragusa di ritenere plausibile il movente esposto da Veronica Panarello che ha rivelato di una sua presunta relazione con il suocero. Sul fatto che gli investigatori non siano riusciti a collocare in alcun modo l’uomo nel luogo del delitto al momento dell’omicidio il penalista ha ribadito che “se non esiste la prova della sua presenza non è detto che non ci fosse: se la Procura non ha dimostrato che il suocero non fosse a casa, non ha neppure dimostrato che l’ha ucciso da sola”. Per il legale del suocero della donna, invece, “la tesi di Veronica Panarello di una presunta relazione tra lei e Andrea Stival è falsa come risulta dimostrato dagli atti processuali. Il movente del delitto potrebbe essere legato al rapporto conflittuale che aveva con il figlio Loris”. Per l’avvocato Francesco Biazzo, in pratica, “anche su questo il pm nelle sua requisitoria ha speso tante parole”. Il penalista ha sottolineato come “la Procura ha escluso in maniera inoppugnabile la presenza di Andrea Stival sul luogo del delitto e definito attendibilissima e inattaccabile la testimonianza della sua compagna”. Secondo l’avvocato, infine, “Veronica Stival ha tirato nel processo l’unica persona che le era rimasta vicina”.