Omicidio Regeni, il Cairo ci ripensa: “Il 5 aprile daremo tutta la documentazione”

Omicidio Regeni, il Cairo ci ripensa: “Il 5 aprile daremo tutta la documentazione”
28 marzo 2016

La verità sulla morte di Giulio Regeni (foto riquadro) resta un miraggio. Anche se l’Egitto, dopo aver tergiversato, sembra finalmente pronto a collaborare. Il capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, che indaga sulla vicenda del giovane studente italiano scomparso a Il Cairo il 25 gennaio (e ritrovato cadavere il 3 febbraio), ha ricevuto oggi una lunga telefonata dal procuratore generale della Repubblica araba d’Egitto, Ahmed Nabil Sadek (foto), che lo ha informato sugli ultimi sviluppi delle indagini. “Durante questa telefonata – si legge in una nota della procura – Sadek ha ribadito l’impegno di continuare le indagini in ogni direzione fino all’accertamento della verità. Quella della banda criminale che sequestrava e rapinava gli stranieri (ultima versione fornita dall’Egitto ndr) non è l’unica pista seguita”.

Il procuratore egiziano avrebbe anche assicurato che, in occasione dell’incontro del 5 aprile prossimo tra la polizia italiana e quella egiziana, sarà trasmessa tutta la documentazione richiesta più volte dall’Italia e anche quella successivamente raccolta. Pignatone, dal canto suo, oltre a ribadire l’inidoneità a fare chiarezza delle risultanze fin qui acquisite e comunicate dall’Egitto, ha comunque espresso apprezzamento per l’impegno manifestato. Intanto, domani alle 14 il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per i diritti umani, ha convocato una conferenza stampa nella sala Nassyria del Senato cui parteciperanno anche i genitori di Giulio, Paola e Claudio Regeni, gli avvocati Alessandra Ballerini e Gianluca Vitale, il portavoce di Amnesty international Italia Riccardo Noury.

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