L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha confermato il primo caso noto di infezione umana da influenza aviaria H5N2 in Messico. Si tratta del primo caso umano confermato in laboratorio di infezione da virus dell’influenza A (H5N2) segnalato nel mondo, e della prima infezione da virus aviario H5 segnalata in una persona in Messico. L’agenzia sanitaria dell’OMS stima che il rischio attuale che questo virus rappresenta per la popolazione sia “debole”.
La notizia, intanto, è stata smentita dal governo messicano. “Vorrei sottolineare che la dichiarazione dell’Oms è piuttosto grossolana, poiché fin dall’inizio si parla di un caso fatale, ma non è così: è morto per un’altra causa e senza che fosse determinata, mentre solo marginalmente viene affermato che il rischio in questo caso è basso”, ha dichiarato il ministro della Sanità, Jorge Alcocer.
La vittima, un uomo di 59 anni con una storia di malattia renale cronica, diabete di tipo 2 e ipertensione arteriosa sistemica di lunga durata, è deceduto lo scorso 24 aprile presso l’Istituto nazionale per le malattie respiratorie (Iner). Le autorità sanitarie messicane e il ministero della Salute hanno confermato il rischio debole di contagio per la popolazione e hanno escluso il pericolo di contagio massiccio. Poiché “non è stata identificata alcuna fonte di infezione – ha sostenuto il Ministero della Salute – non esiste alcun rischio di contagio per la popolazione” a seguito di questo decesso. “Si tratta di un ceppo di bassa patogenicità”, ha aggiunto il Ministero, indicando che in ogni caso “il consumo di carne di pollo o di uova ben cotti non rappresenta un pericolo per la salute”.
Origine dell’infezione
L’OMS ha precisato che l’origine dell’infezione è al momento sconosciuta e che la vittima non aveva precedenti di esposizione a uccelli o altri animali. Le autorità messicane stanno monitorando le persone che hanno avuto contatti con il paziente e hanno istituito un sistema di monitoraggio permanente per individuare altri casi nella fauna selvatica della zona. Negli Stati Uniti, è stata registrata un’epidemia di influenza aviaria di tipo H5N1 tra i bovini, con diversi casi umani collegati. Tuttavia, al momento non si è verificata alcuna trasmissione da persona a persona.
In Usa sale a 11 la lista degli Stati in cui si sono verificati casi di influenza aviaria nelle mucche. Ieri è stata la volta del Minnesota. Il Board of Animal Health dello stato del Nord ha fatto sapere che nel fine settimana scorso più di 40 mucche appartenenti a una mandria nella contea di Benton ha manifestato i segni dell’infezione. I test hanno confermato la presenza del virus A/H5N1. “Sapevamo che era solo una questione di tempo prima che raggiungesse la nostra porta di casa”, ha detto il capo dei servizi veterinari dello Stato, Brian Hoefs. A oggi complessivamente il numero di mandrie infettate dal virus si avvicina a 90. La Food and Drug Administration nelle ultime ore ha indirizzato una lettera alle autorità sanitarie statali e locali per invitare ad alzare il livello di attenzione sul latte crudo.
“Sebbene il commercio tra gli Stati di latte crudo per il consumo umano sia vietato sotto l’autorità della Fda, sappiamo che diversi Stati consentono la vendita al loro interno”, sottolinea l’agenzia, che invita a informare i cittadini sui rischi derivanti dal consumo. Intanto nuovi elementi di preoccupazione arrivano anche dagli animali selvatici. L’ultima specie aggiunta alla lista degli animali colpiti, aggiornata periodicamente dal dipartimento dell’Agricoltura, sono i topi comuni: la presenza del virus è stata confermata in 11 esemplari in New Mexico. A preoccupare è il fatto che i topi sono ubiqui, vicini all’uomo e la diffusione del virus in questa specie renderebbe difficilmente controllabile l’epidemia.