Politica

Opposizioni contro Boschi, Renzi la difende e Gentiloni glissa

Il nuovo caso Boschi, con le opposizioni all’attacco della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, mette sotto pressione il governo e il Pd. E mentre Matteo Renzi la difende, da Pechino, interpellato dai cronisti, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni glissa sull’argomento. A riaprire la questione Banca Etruria sono state, nei giorni scorsi, le indiscrezioni contenute nel libro “Poteri forti” di Ferruccio De Bortoli, in cui l’ex direttore del “Corriere della Sera” parla di un presunto intervento della Boschi sull’allora Ad di Unicredit Federico Ghizzoni per chiedergli di valutare una possibile acquisizione della popolare aretina, di cui all’epoca era vicepresidente non esecutivo il padre. Una ricostruzione che la Boschi aveva subito smentito e oggi, dopo alcuni giorni di silenzio, è arrivata la presa di posizione dello stesso Ghizzoni in un colloquio con “La Repubblica”. “Se mi convocheranno parlerò alla commissione d’inchiesta: in Parlamento, non sui giornali, risponderò ovviamente a tutte le domande che mi faranno”, ha detto il banchiere, spiegando che “adesso non parlo, perché non si può mettere in mano a un privato cittadino la responsabilità della tenuta di un governo”. E poi, ha aggiunto, “è un caso della politica, sarebbe dovere e responsabilità della politica risolverlo”. Parole che Gentiloni ha preferito non commentare. Interpellato dai cronisti a margine del “Belt and Road Forum”, il premier si è limitato a dire che “qui la politica si è occupata di One Belt One Road, cioè la Via della Seta”. Da Roma, però, aumenta il pressing delle opposizioni sulla sottosegretaria, sull’esecutivo e sul Pd.

“Siamo sicuri – accusa Paolo Grimoldi della Lega Nord – che l’audizione di Ghizzoni, con le solite mille scuse, verrà rimandata a tardo autunno, quando sarà già stata varata la legge di stabilità lacrime e sangue e non sarà più possibile cambiare la rotta attraverso il voto anticipato, per la disperazione dei cittadini che saranno sommersi di nuove tasse la gioia del sistema bancario che ne trarrà vantaggio… Così la legislatura arriverà al termine e la Boschi salverà per qualche altro mese la sua cadrega nel governo…”. Anche Mdp, con Roberto Speranza, va all’attacco della Boschi, chiedendone un passo indietro. “La posizione di Boschi – ha detto – è indifendibile. Se ha mentito al Parlamento deve dimettersi”. Chi difende la sottosegretaria e, anzi, passa al contrattacco è il segretario Pd Renzi. “Sono ripartite – ha scritto nella e-news – le polemiche sulle banche e segnatamente su Banca Etruria, in particolar modo per il ministro Boschi. La quale ha risposto con questo post e ha confermato ‘dalla a alla zeta’ ciò che ha già detto in Parlamento, affidando la pratica agli avvocati”. Per Renzi “la proposta del Pd è sempre la stessa: si faccia partire la commissione di inchiesta sulle banche. E a chi dice che è ferma per colpa nostra ricordo che il Pd ha votato a favore e i Cinque Stelle no, giusto per fare un esempio”. Ma proprio i pentastellati accusano Renzi di bluffare: per i parlamentari M5s Renzi “mente spudoratamente” sulla commissione perchè “prima ha perso oltre un anno di tempo al Senato e poi ha fatto in modo di spuntare le unghie all’organismo su capitoli chiave come la delicata e discussa trasformazione delle Popolari in Spa, Etruria compresa”. E adesso che la legge istitutiva della commissione “è calendarizzata per il 24 maggio, abbiamo chiesto un anticipo, ma tutti, Pd compreso, sembrano far finta di nulla”. Polemiche molto aspre, dunque, e che non sembrano destinate a sgonfiarsi a breve, con il premier che, presumibilmente, si troverà il “dossier” ancora sulla scrivania al ritorno a Roma.

Pubblicato da
Alberto Ferrarese