Ora battaglia è sulla Tav. Lega punta a svolta su fisco
Continua il lavoro di mediazione del premier. Il Carroccio riapre il capitolo Flat tax, Irpef e investimenti
L’ennesima mediazione del premier Conte ha evitato il cortocircuito nella maggioranza sulle trivelle. Il premier nella notte, di ritorno da Davos, ha incontrato Di Maio e Fraccaro, con Salvini collegato al telefono. Il partito di via Bellerio ottiene l’ammorbidimento degli aumenti dei canoni alle aziende, il Movimento lo stop alle ricerche in mare di idrocarburi di 18 mesi. “Sono salvi i posti di lavoro ed e’ garantita la continuita’ di estrazione e il rinnovo delle concessioni in proroga”, ma filtra irritazione per “il partito del no”. “Cominceremo a imporre un po’ di si’, garantito – dice Salvini -. Io amo l’ambiente pero’ la bolletta energetica costa troppo. Se c’e’ piu’ gas e metano sono piu’ contento, non e’ che possiamo mettere pannelli solari dappertutto”. “Noi siamo quelli del si’ alle fonti rinnovabili, si’ al turismo e allo sviluppo economico sano di questo paese”, reagiscono i pentastellati.
Uno scontro che conferma il clima teso tra i due contraenti del programma di governo. Ma all’orizzonte si profila un altro fronte. Martedi’ in Aula si discuteranno le mozioni sulla Tav. M5s e Lega, starebbero lavorando ad un documento comune ma al momento le posizioni restano distanti. L’orientamento unanime e’ quello di aspettare l’analisi costi-benefici ma la Lega – riferiscono fonti parlamentari della maggioranza – nella mozione vorrebbe inserire la previsione dell’opera. Non cosi’ i pentastellati che non hanno intenzione di aprire alcunche’. Anzi da M5s si ribadisce che non si tratta di bloccare un’opera “che non e’ nemmeno iniziata”.[irp]
“Dire cosi’ e’ una follia, entro gennaio dovrebbero partire gli appalti”, sottolineano dalla Lega. “La Tav va assolutamente fatta, anche perche’ costa piu’ non farla che farla. Sto ancora aspettando questa benedetta analisi costi-benefici di cui non ho ancora visto una pagina”, afferma Salvini. Le fibrillazioni nella maggioranza sul piano delle grandi opere sono confermate dal blocco della partita proprio sul codice degli appalti. Ci sara’ un disegno di legge ad hoc che conterra’ disposizioni urgenti in questa materia, assicura il capogruppo del M5S in Senato, Patuanelli. “Non c’e’ intesa, e’ tutto fermo”, dicono dalla Lega. Il ministro Salvini ha incontrato al Viminale gli ‘sherpa’ economici del partito di via Bellerio (ministri, viceministri e sottosegretari) per rilanciare il piano delle grandi opere e un progetto per intervenire sul fisco in vista del Def. Il partito di via Bellerio dunque riapre il capitolo Flat tax, Irpef e investimenti.