Linea dura dei vertici M5s contro furbetti e massoni. Luigi Di Maio insiste con il pugno duro e minaccia di ricorrere alle via legali contro i candidati che non rispetteranno l’impegno di rinunciare al loro seggio in Parlamento. Il candidato premier 5 stelle e’ molto netto. “Chi ha mentito a me e agli elettori non la passera’ liscia” ha assicurato. E poi, a proposito dei “tre candidati che ci hanno mentito” perche’ “non ci avevano detto che erano stati iscritti alla massoneria” ha spiegato: “Non solo li abbiamo espulsi dal Movimento, ma vi dico due cose: una e’ che li denuncero’ personalmente come capo politico del Movimento per danno di immagine del M5s. Due: visto che Michele Ainis ci ha spiegato che i candidati possono rinunciare alla proclamazione, noi chiederemo a queste tre persone di rinunciare alla proclamazione andando in Corte di appello”. E, ha aggiunto: “lo stesso vale per coloro che non hanno rispettato il patto delle donazioni e sono candidati. A quelle persone sara’ chiesto di rinunciare alla proclamazione in giornata, andando in Corte d’Appello”. Roberto Fico ha sottolineato che “il Movimento e’ parte lesa” e ha aggiunto: “L’importante e’ la risposta, seria e trasparente, che il Movimento ha dato: tutti fuori e restituite i soldi per il fondo” mettendo in evidenza che si tratta “di un patto interno al Movimento. Nessuno ha rubato nulla allo Stato”. Ma lo scandalo delle finte donazioni rischia di non chiudersi qui. Giovedì ‘Le iene’ hanno sostenuto che i casi sarebbero in tutto 14 ma allo staff M5s, secondo quanto viene riferito, non risulterebbero questi numeri, confermando gli 8 gia’ indicati. Tra questi 8 nomi, non risulta quello della deputata uscente Giulia Sarti e il suo caso resta ancora in sospeso. Di Maio non ha fatto il suo nome e lei non si e’ autosospesa volendo, secondo quanto si apprende, avere un confronto con i vertici per prendere una decisione comune.[irp]
La pentastellata Sarti giovedì e’ andata in questura per denunciare l’ex fidanzato Bogdan Andrea Tibusche, per i rimborsi truccati, accusandolo di essere lui il responsabile dell’ammanco di 23mila euro. Ma il suo ex passa al contrattacco tramite Facebook con lo pseudonimo di Andrea De Girolamo: “Vedremo come va a finire perche’ la verita’ e’ tutta un’altra. Usciranno diverse conversazioni e forse non vi conviene esporvi ora”. E ancora, rispondendo a un follower, scrive: “Vedrai che fine fa la querela. Vedrai i messaggi e le email. Io in pubblico non rilascio nulla ma dritto in procura. Io ho un brutto vizio: registrare tutto e pure le telefonate”. Intanto, tra i parlamentari ‘pizzicati’ c’e’ chi come Ivan Della Valle si scusa con gli elettori, con Grillo e Casaleggio “ma non con Di Maio” e pur ammettendo bonifici poi revocati si giustifica cosi’: “Ho iniziato a restituire molto meno di quanto dichiaravo quando e’ nato il Direttorio e M5s ha smesso di essere quello per cui mi battevo dal 2008”. O chi come il senatore Maurizio Buccarella dice: “Ho sbagliato, so di avere fatto una cazzata” ma sostenendo che 3mila euro “non mi avrebbero permesso, alla mia eta’, di tornare alla mia vita, nel mio studio professionale (e’ avvocato, ndr), dopo uno stacco di cinque anni senza alcun ‘paracadute’ o vantaggio acquisito per i contatti professionali”.[irp]
Mentre il senatore Carlo Martelli, in un post notturno pubblicato su Fb, spiega di aver “sanato” la sua situazione e chiede scusa perche’, cosi’ scrive: “Umanamente posso dire di aver messo in atto tutte le condotte riparatorie possibili, compresa la remissione della candidatura ed entrando in silenzio stampa come richiestomi dalla comunicazione stessa. Purtroppo non posso rimettere la frittata nelle uova. Mi dispiace tantissimo”. Altri non parlano ne’ scrivono su Fb: c’e’ chi ha oscurato il proprio profilo e chi, come Elisa Bulgarelli, posta sulla sua pagina social la notizia di Di Maio che attacca i tg della Rai ma ai militanti che le chiedono di dare spiegazioni sui suoi bonifici, non risponde. Nel Movimento, tra la delusione degli attivisti e lo sprone all’orgoglio dei big con Di Maio che continua il suo ‘Rally per il governo’, si fa anche strada l’idea di rivedere il sistema delle rendicontazioni per cercare di semplificarlo e soprattutto per fare in modo che ci siano dei controlli accurati. L’ipotesi, secondo quanto viene riferito, potrebbe essere quella di restituire un fisso, calcolando una media uguale per tutti.[irp]