Misurare respiro e frequenza cardiaca tramite un visore di realtà virtuale (VR) da oggi è possibile grazie allo studio di un team di ricercatori del Politecnico di Milano che ha dimostrato per la prima volta che è possibile usare questo sistema senza ulteriori periferiche o strumenti indossabili.
Come funziona lo ha spiegato Enrico Caiani del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del PoliMi. “Si va a utilizzare i sensori già presenti nel visore, accelerometri e giroscopi, normalmente utilizzati per modificare lo scenario dell’esperienza visualizzata sullo schermo interno del visore. Il segnale viene registrato e analizzato. La testa subisce una variazione a ogni battito cardiaco legata al fatto che circa 20 ml di sangue arrivano al cervello, questo comporta uno spostamento della testa che non viene percepito dall’occhio umano ma viene registrato dai sensori presenti all’interno del dispositivo”.
Lo studio, svolto in collaborazione con Softcare Studios, startup italiana impegnata nello sviluppo di scenari di realtà virtuale per applicazioni medicali, è stato recentemente pubblicato su Sensors, la principale rivista internazionale ad accesso aperto sulla scienza e la tecnologia di sensori e biosensori. “Questo studio – ha concluso Caiani – apre la possibilità di usare il semplice visure VR per ottenere la misura dei parametri fisiologici, generando un bio-feedback delle reazioni del soggetto mentre sta vivendo l’esperienza di realtà virtuale senza bisogno di ulteriore strumentazione né di trovarsi in un ambiente particolare come un laboratorio in quanto il visore può essere trasportato in ogni posto, come al letto del paziente”.