Durante la recente edizione del Forum Ambrosetti di Cernobbio, Viktor Orban, primo ministro ungherese e presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea, ha rilasciato una serie di dichiarazioni di grande impatto politico. In particolare, Orban ha espresso forti critiche in merito all’elezione di Ilaria Salis al Parlamento europeo, un tema che ha innescato discussioni diplomatiche e messo in luce le differenze politiche tra Italia e Ungheria.
Le accuse di Orban a Ilaria Salis
Viktor Orban ha definito l’elezione di Ilaria Salis “strana” e sorprendente dal punto di vista ungherese. Secondo Orban, Salis sarebbe stata coinvolta in atti di violenza organizzati contro cittadini ungheresi prima di essere eletta come europarlamentare. Il leader magiaro ha affermato che, nonostante questi presunti crimini, il Parlamento europeo probabilmente concederà a Salis l’immunità, impedendo qualsiasi azione giudiziaria contro di lei.
Orban ha esacerbato la questione sottolineando che l’elezione di Salis riflette un “stile italiano” nel gestire figure politiche controverse, una pratica che ha sottolineato non appartiene alla cultura politica ungherese. “È una questione italiana, se vi piace delegare questo tipo di persone è un affare vostro”, ha dichiarato Orban, facendo un chiaro riferimento a una visione negativa delle decisioni politiche italiane.
La guerra in Ucraina e il dialogo con Zelensky
Durante lo stesso evento, Orban ha toccato il delicato tema della guerra in Ucraina, un argomento che continua a dividere l’Unione Europea. In un commento ai giornalisti, il primo ministro ungherese ha espresso la speranza di incontrare Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino, che era atteso al Forum Ambrosetti. “Per raggiungere la pace il dialogo è veramente importante. Se non c’è comunicazione non ci sono chance”, ha detto Orban, ribadendo la sua convinzione che la mancanza di contatto diretto con le parti in conflitto sia uno degli ostacoli principali alla fine della guerra.
Orban ha spiegato che sia la Russia sia l’Ucraina sembrano convinte che il tempo giochi a loro favore, rendendo difficile ogni tentativo di cessate il fuoco. Il premier ungherese ha lamentato la mancanza di comunicazione con Mosca e ha sollecitato l’Europa a facilitare il dialogo tra le parti. Orban ha sottolineato che la sua esperienza come leader politico in situazioni di conflitto, come la guerra dei Balcani, gli ha insegnato che senza comunicazione diretta le guerre raramente trovano una soluzione pacifica. Questa posizione di Orban è nota per essere in dissonanza con la linea ufficiale dell’Unione Europea, che ha adottato una posizione più ferma nei confronti della Russia, sostenendo l’Ucraina militarmente. Tuttavia, Orban ha più volte criticato le sanzioni e l’approccio conflittuale, proponendo invece una politica di dialogo e negoziazione con il Cremlino.
Il rapporto con Giorgia Meloni
Un altro tema rilevante affrontato da Orban durante il forum è stato il suo rapporto con Giorgia Meloni, la premier italiana. Orban ha elogiato Meloni, definendola la sua “sorella cristiana”, espressione che ha utilizzato per evidenziare una profonda affinità culturale e politica tra i due leader. Secondo Orban, queste relazioni tra leader con visioni e valori simili sono oggi molto più importanti di quanto non lo fossero in passato, soprattutto all’interno dell’Unione Europea. “Le culture simili hanno un ruolo molto più importante rispetto al passato”, ha affermato il premier ungherese, sottolineando come la condivisione di valori cristiani e conservatori stia creando nuove alleanze all’interno dell’UE.
Questo avvicinamento tra Orban e Meloni riflette anche una convergenza di vedute su questioni cruciali, come l’immigrazione, la sovranità nazionale e la difesa della cultura europea tradizionale. Alla domanda se Meloni potesse svolgere un ruolo paragonabile a quello avuto in passato da Angela Merkel, Orban ha scherzato, affermando che “diventare Cancelliere della Germania non è il miglior lavoro possibile al momento”, suggerendo che Meloni dovrebbe evitare ambizioni in tal senso, pur riconoscendo il suo crescente peso politico a livello europeo.
Critiche alla Commissione europea
Orban non ha mancato di esprimere severe critiche all’attuale Commissione Europea, lamentando una mancanza di cambiamento rispetto al passato. Il premier ungherese ha sottolineato che, nonostante le elezioni, il nuovo esecutivo di Bruxelles sembra essere una semplice continuazione della precedente amministrazione, che secondo lui ha fallito su diversi fronti, tra cui la competitività economica, la gestione dell’immigrazione e l’arresto della guerra in Ucraina.
“Proverò a supportare la Commissione quanto più possibile, ma essendo un uomo razionale penso che abbiano ignorato il desiderio di cambiamento degli elettori”, ha dichiarato Orban. Ha aggiunto che l’attuale approccio della Commissione non riflette le necessità e le aspirazioni dei cittadini europei, e che lo stesso establishment che ha gestito l’Europa negli ultimi anni è ancora in carica, il che rappresenta, a suo dire, un grave problema per il futuro dell’UE.
In particolare, Orban ha criticato il Green Deal europeo, definendolo “contro il business”, citando in particolare la decisione di imporre dazi sulle auto elettriche cinesi, una mossa che secondo lui va contro gli interessi delle principali case automobilistiche europee. In un dialogo con i leader dell’industria automobilistica, Orban ha spiegato che le decisioni attuali dell’UE non sono in linea con gli interessi commerciali dell’Europa e che una revisione delle politiche ambientali è necessaria per garantire la competitività economica del continente.
Immigrazione: questione di sovranità nazionale
Orban ha anche affrontato il tema dell’immigrazione, ribadendo la sua ferma opposizione alla gestione europea della questione. Il leader ungherese ha sottolineato che l’immigrazione dovrebbe essere una questione di competenza nazionale, non decisa a Bruxelles. “Noi non abbiamo il problema di convivere con gli immigrati, abbiamo la necessità di tenerli fuori”, ha dichiarato, sottolineando che paesi come l’Ungheria dovrebbero avere il diritto di decidere autonomamente se accogliere o meno immigrati. Orban ha espresso scetticismo verso l’idea di una politica migratoria comune, sottolineando che ogni paese ha il diritto di proteggere la propria cultura e sovranità, e che forzare una politica di immigrazione uniforme potrebbe mettere a rischio l’integrità culturale di molte nazioni europee.
Insomma, le dichiarazioni di Viktor Orban durante il Forum Ambrosetti hanno messo in evidenza il suo ruolo di critico della direzione presa dall’Unione Europea e di promotore di un’agenda sovranista e conservatrice. Le sue posizioni sull’elezione di Ilaria Salis, la gestione della guerra in Ucraina, l’immigrazione e la politica economica europea riflettono una visione profondamente scettica verso l’attuale leadership di Bruxelles e una forte enfasi sulla sovranità nazionale.
Al tempo stesso, Orban ha dimostrato la sua volontà di costruire nuove alleanze con leader affini, come Giorgia Meloni, cercando di promuovere un’Europa più vicina ai valori tradizionali e meno dipendente da un’integrazione politica forzata. Le sue dichiarazioni rappresentano un chiaro segnale del ruolo che l’Ungheria intende giocare nei prossimi anni all’interno del contesto europeo.