Orlando attacca Confindustria: “Sistema di potere cianciminiano”. Gli industriali: “Sottocultura matrice fideista”

Orlando attacca Confindustria: “Sistema di potere cianciminiano”. Gli industriali: “Sottocultura matrice fideista”
30 aprile 2016

L’antimafia diventa sempre più terreno di scontro. Nel giorno dell’anniversario dell’omicidio di Pio La Torre, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando sferra un duro attacco alle “gestioni private e scellerate di cosiddetti confindustriali antimafiosi”, paragonandoli a una “versione contemporanea di quello che un tempo era il sistema di potere cianciminiano”. Accuse pesanti pronunciate dal sindaco, che parla di “grumi di potere affaristico-politico-mafioso che si concentrano su acqua, rifiuti ed energia”, proprio davanti alla lapide del leader del Pci, assassinato dalla mafia nell’82. Luogo dove il premier Matteo Renzi, in visita a Palermo, qualche ora dopo deporrà un fiore in ricordo del politico che per primo intuì l’importanza di aggredire i patrimoni dei mafiosi. Il suo anatema Orlando lo ripete poi davanti alla presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, che annuncia la convocazione del sindaco in commissione: “Mi ha colpito lo spirito di Orlando che è lo stesso della relazione di La Torre, lo ascolterò in commissione antimafia. Ha fatto riferimento a compiacenze precise: queste sono affermazioni importanti per le nostre inchieste”, dice Bindi. Confindustria Sicilia e Palermo annunciano di avere dato mandato ai propri legali di citare in giudizio per diffamazione aggravata Orlando, parlando di “livello d’impudenza e arroganza, priva di freni inibitori tali da non farsi scrupoli a usare per proprio tornaconto un evento di tale portata”. La reazione degli industriali, provati dalle vicende giudiziarie che stanno coinvolgendo i leader siciliani Antonello Montante (concorso esterno in associazione mafiosa) e Ivan Lo Bello (indagato nell’inchiesta petrolio), è altrettanto dura: “Creare sistematicamente polveroni e chiacchiere come da sempre ha fatto Orlando per coprire la sua incapacità a governare, appartiene a una sottocultura tipica dei regimi di matrice fideistica”. Toni ben diversi quelli del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che nel suo messaggio per l’anniversario della morte di La Torre sostiene come “sconfiggere le mafie sia possibile, oltre ad essere una necessità vitale per l’equilibrio e lo sviluppo del Paese” e “per raggiungere questo obiettivo, accanto al lavoro delle istituzioni, della magistratura, delle forze dell’ordine, è necessario che i cittadini avvertano di essere partecipi e protagonisti dei cambiamenti sociali, che il rispetto della legalità si affermi nell’esperienza quotidiana, oltre che nella prassi delle amministrazioni”. Di “unità” ha parlato il premier Matteo Renzi, durante la sua visita in Sicilia. “La lotta contro criminalità, mafia e tutte le forme di illegalità è una priorità che deve unire tutti gli italiani” perché “nel ricordo dei martiri c’è un seme, i loro sogni camminano sulle nostre gambe”, ha spiegato. (Ansa)

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