Un genio senza regole, campione di capolavori e di altrettanti flop colossali, enfant prodige senza eguali, capace di prendersi gioco di milioni di americani simulando alla radio lo sbarco dei marziani. Tutto questo è stato Orson Welles, di cui il 6 maggio si celebrano nel mondo i cento anni dalla nascita. Autore poliedrico, in grado di spaziare dal teatro al cinema, dalla regia alla recitazione, Welles è un genio precoce: a soli 26 anni nel 1941, dirige il suo primo film, “Quarto Potere”, considerato la pellicola più rivoluzionaria della settima arte. E lui, il regista dei registi, col suo spirito beffardo, della professione diceva: “Non c’è altro mestiere al mondo in cui un uomo possa andare avanti per trent’anni senza che nessuno mai s’accorga che è un incompetente”. In realtà, non sembra proprio così, e la sua mano si vede in capolavori assoluti, come l’Orgoglio degli Amberson, celebre per l’uso della profondità di campo. O nel piano sequenza iniziale de “L’Infernale Quinlan”. Poi “La signora di Shanghai” dove il regista americano irride Hollywood trasfigurando la Diva per eccellenza, sua moglie Rita Hayworth, facendola bionda e coi capelli corti. Fu anche un grande sperimentatore del teatro al cinema, con il suo geniale Otello shakesperiano in cui interpretava naturalmente il Moro di Venezia.Recordman di progetti ambiziosi e incompiuti, Welles è stato spesso scaricato dai produttori. Tra i lavori irrealizzati si conta un “Cuore di tenebra” e un Don Chisciotte. Una sorte, quella del fallimento, diventata un progetto cinematografico: “The Other Side of the Wind”, storia di un regista che ha difficoltà a produrre i propri film. Un’altra pellicola maledetta che non ha ancora visto la luce del grande schermo.