Ospedali, banche, università, strade e piazze: in Cina riconoscimento facciale è già realtà

18 ottobre 2017

Ospedali, banche, università, strade e piazze, perfino alcuni bagni pubblici: le telecamere di sorveglianza in Cina sono ormai omnipresenti, almeno 176 milioni su tutto il territorio. Ma la loro invasività ha fatto un salto di qualità grazie alle tecnologie di riconoscimento facciale, ormai sempre più avanzate. A Shanghai, uno degli utilizzi più innovativi è quello sui passaggi pedonali: chi cammina fuori dalle strisce in alcuni incroci viene automaticamente riconosciuto e il suo volto appare su videoschermi adiacenti, come forma di pubblica censura, che si aggiunge al pagamento di una multa. Nei bagni del Tempio del Cielo, un complesso monumentale religioso di Pechino, il riconoscimento serve a evitare furti di carta igienica. Chi si presenta più d’una volta al distributore automatico viene cortesemente invitato a “riprovare più tardi”. Alcune banche hanno già equipaggiato i loro bancomat con la nuova tecnologia, destinata nel tempo a sostituire le carte bancarie, e ci sono compagnie aeree che la usano per l’imbarco al posto dei boarding pass. Rendere la vita dei cittadini più semplice, migliorare l’efficienza dei servizi, aumentare la sicurezza pubblica: sono i vantaggi asseriti dai sostenitori dell’uso su larga scala di questa tecnologia.

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E pochi nel Paese di Mezzo mettono in guardia sui rischi per la privacy e il controllo sociale, già estremamente pesante in Cina. Liu Chen è a capo di un pronto soccorso di Shanghai: “Nel nostro lavoro abbiamo a che fare a volte con persone la cui identità non è chiara quando arrivano, ma abbiamo l’impressione di averli già visti. Se non sono in grado di dirci chi sono, possiamo comparare le loro immagini con quelle già in nostro possesso. Per esempio possiamo aiutare le persone più in fretta anche a ritrovare i loro parenti. Questa tecnologia di riconoscimento ha reso il nostro lavoro molto più efficiente”. Questa efficienza è resa possibile dal fatto che tutti i cittadini maggiori di 16 anni in Cina devono avere un documento di riconoscimento con una foto e un indirizzo: ma il pericolo di alimentare una vera e propria distopia, insito in queste tecnologie, non proviene soltanto dal governo del Partito comunista al potere. E gli esperti sottolineano come il riconoscimento facciale sia stato promosso e reso possibile soprattutto con finalità commerciali dai colossi cinesi della tecnologia, come Alibaba o Baidu.

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