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“Non sono io lo spacciatore di bufale, io ospito solo i siti web e gli offro un servizio, questo è vero”. Matteo Ricci Mingani, 48 anni, di Albenga, al telefono sembra scosso. Da quando ha fatto scalpore la bufala su Paolo Gentiloni premier che invitava gli italiani a fare sacrifici e non lamentarsi, spacciata da un fantomatico sito Libero Giornale, tutte le piste hanno portato a lui. Anzi alla sua società, Edinet, aperta quest’anno in Bulgaria, a Sofia. “La mia è un’agenzia che si occupa di gestire siti per altri. Creo piattaforme WordPress su misura del cliente e il cliente ci fa quello che vuole” spiega Mingani, che assicura: “Non sono responsabile dei contenuti di Libero Giornale”. Ma allora chi c’è dietro Libero Giornale?
“Una persona che ha un contratto con me e a cui io ho noleggiato i server” spiega e ammette di ospitare decine di siti, alcuni dei quali interamente dedicati a spacciare bufale. “Sono più di duecento i siti web sopra quei server e non sono mica tutti di bufale” dice, “ci sono altri giornali anche se chiamarli giornali è una parola grossa. La Gazzetta della Sera, Catena Umana e altri che non fanno altro che copiare gli articoli e rimetterli con un titolo diverso. Le notizie sono tutte copiate”. La società di Mingani è registrata in Bulgaria “perché passo gran parte della mia vita in Bulgaria” spiega, “Ho sviluppato una piattaforma di advertising e io spingo a le mie pubblicità dove ho la provvigione. Ho iniziato come agente di commercio, poi mi sono occupato di software e hardware”. C’è anche la politica nel suo passato: è stato capo della sezione di Forza Nuova ad Albenga ed e’ stato espulso per indegnità. “Condividevo le idee di Forza Nuova. Poi ne sono uscito” racconta, “Roberto Fiore (leader di Forza Nuova, ndr) continuo a stimarlo. Le mie idee politiche sono sempre di destra”. Anche se alcuni siti, come ‘Kontrokultura’, sono suoi “non spacciano bufale”, assicura “Il mio legale è pronto a denunciare chi lo afferma”. E sul caso della bufala su Gentiloni si difende: “su Libero Giornale c’è scritto che ogni loro notizia non è vera. Se la gente condivide senza ragionare è un serio problema. Però anche Il Giornale, quello vero, ha riportato quel titolo falso, salvo poi dire dentro che era una bufala. Voleva fare clic”.