Pochi dubbi. I risultati degli esami su alcuni reperti ossei rinvenuti alla Nunziatura apostolica che si trova a Villa Giorgina, nei pressi di via Po a Roma, hanno restituto un quadro chiaro: sono di prima del 1964 e di un uomo. Dalle verifiche sulla calotta cranica e sul radio (l’avambraccio) passati al microscopio non è scaturito alcun mistero nel mistero: non sono né di Emanuela Orlandi (nata nel gennaio 1968) né di Mirella Gregori (dell’autunno 1967). Da ulteriori accertamenti svolti dalla polizia scientifica su un femore è stato anche definito che si era in presenza di un uomo, per il cromosoma Y, quantità di alleli, ed elementi provenienti dal pochissimo materiale morbido che è stato possibile analizzare.
Le notizie comunicate dagli investigatori al pubblico ministero Francesco Dall’Olio ed al procuratore aggiunto Francesco Caporale chiudono così l’ultima puntata del giallo sulla sparizione delle due ragazze nel 1983, in cui più volte si sono rincorse informazioni, deviazioni interessate e speculazioni. La risposta della scienza ancora una volta non indica una strada per uscire dal dubbio. A piazzale Clodio si sottolinea solo che “le persone nate prima del 1963 hanno segni inequivocabili e gli esami sui reperti hanno un contenuto di Carbonio 14 tale che la persona sarebbe morta prima del 1963”. Il dato altrettanto certo, comunque, è che il lavoro della Squadra mobile e della Scientifica proseguirà. L’obbiettivo è quello di dare una spiegazione. Il confronto con il DNA dei parenti delle due ragazze svanite nel nulla non è stato possibile per la ‘qualità’ del materiale e perché non c’era alcun sospetto che portasse in quella direzione. Per i magistrati non è finita, però.