180mila potenziali votanti su circa 250mila abitanti con un trauma collettivo da superare, quello dello scioglimento del Consiglio per mafia che potrebbe indurre molte persone a non votare. Ostia, il X Municipio di Roma, torna al voto domenica 5 novembre dopo due anni di commissariamento e, con i suoi 9 candidati sindaco e 372 possibili consiglieri su 24 sedute in consiglio, rappresenta il banco di prova delle formazioni politiche al governo e all’opposizione della Capitale. Il voto funziona, innanzitutto, come test di gradimento per la Giunta Raggi che, non a caso, ha concentrato nell’ultimo anno sul litorale presenze ripetute di sindaca e assessori, attenzioni speciali e fondi – per spettacoli estivi, ripristino del lungomare, di strutture abbandonate, raccolta differenziata – più che negli altri Municipi. Purtroppo però, con il rogo della Pineta di Castel Fusano, il pesante dissesto idrogeologico e delle strade del territorio, l’emergenza rifiuti e il “lungomuro” ancora al suo posto, nonostante gli sforzi, tra i suoi abitanti potrebbe prevalere la disaffezione anche se nel 2016 quel Municipio che votò solo il sindaco garantì su 97.060 elettori ben 42.385 preferenze al M5S capitolino. La candidata presidente a cinque stelle e favorita della vigilia è l’ex insegnante Giuliana Di Pillo, già consigliera e delegata della sindaca al Municipio.
La principale competitor è la candidata del Centrodestra, che si presenta unito nel nome di Monica Picca, ex consigliera anche lei nel Municipio, legata a doppio filo a Giorgia Meloni, la cui corsa è stata ‘disturbata’ dalla recente incriminazione di uno dei suoi sostenitori, Ignazio Cozzoli, ex consigliere capitolino. Meloni ha additato come “grottesca propaganda elettorale” anche lo sfratto per morosità della storica sede di Fdi-An a Colle Oppio di cui, hanno rivendicato i big nazionali, hanno pagato l’affitto ma è l’amministrazione capitolina a non aver perfezionato l’assegnazione definitiva avvenuta nel 1948. Il Centrosinistra locale fa specchio alla frammentazione nazionale dello schieramento. Il Pd, che esprimeva l’ex presidente ‘sciolto’ Andrea Tassone, ha lanciato in corsa un ex consigliere capitolino con trent’anni di corvee e un passaggio in Senato: il settantenne ambientalista e oggi in quota Renzi Athos De Luca, con una lista fatta principalmente di new entries. A insistere nello stesso bacino di voti il trentennale viceparroco della chiesa di Santa Monica, Franco De Donno, alla testa di una lista civica guardata con favore da Prc, Mdp e Sinistra italiana ma che rivendica per il suo ‘Laboratorio civico X’ una posizione “apartitica”. Alla loro sinistra, Eugenio Bellomo, di professione infermiere all’ospedale civico Grassi, una storia in Cgil, appoggiato da una frazione di ex Sel. Anche la ministra Beatrice Lorenzin, originaria di Ostia, ha voluto segnare la sua presenza lanciando la candidatura dell’indipendente Andrea Bozzi, giornalista noto nelle tv locali e sostenuto dalle due civiche ‘Ora’ e ‘Sogno comune’. Outsider ‘di lusso’ Casapound che con il candidato presidente Luca Marsella punta al 10% delle preferenze e almeno a due seggi in consiglio.