Otto senatori da monitorare durante la testimonianza di Comey. Tensione alla Casa Bianca

Otto senatori da monitorare durante la testimonianza di Comey. Tensione alla Casa Bianca
8 giugno 2017

L’ora X è arrivata: oggi alle 16 italiane l’ex direttore dell’Fbi James Comey sarà protagonista del ‘SuperBowl della politica americana’. Si presenterà davanti ai 15 membri della commissione Intelligence del Senato che sta indagando sulla possibile interferenza russa nelle elezioni presidenziali americane del novembre scorso. Gli ingredienti di un giallo ci sono tutti anche se, come emerso ieri dalla pubblicazione del testo della sua testimonianza, quegli ingredienti erano già praticamente noti e riassumibili in un concetto: il presidente americano ha fatto pressing su Comey, scelto da Barack Obama nel 2013 e silurato da Trump il 9 maggio scorso dopo avergli chiesto “lealtà”, la chiusura dell’inchiesta su Michael Flynn e l’annuncio in pubblico che il presidente stesso non era “personalmente” sotto inchiesta. Ecco i nomi dei senatori da monitorare in questo appuntamento, secondo Bloomberg. Richard Burr, presidente della commissione, repubblicano della Carolina del Nord Come spiega Bloomberg, è diventato il membro “cruciale” del Gop nelle indagini del Congresso sul Russiagate. E’ rispettato dai democratici avendo detto più volte che seguirà le prove ovunque esse portino, anche contro un Trump che ha sostenuto in campagna elettorale. Burr ha più volte lodato Comey per aver cooperato con la commissione e, a differenza di Trump, ha criticato aspramente la Russia per il suo intervento nelle elezioni americane, francesi e tedesche.

Burr vuole capire se ci sono stati legami tra la campagna di Trump e funzionari russi e se il presidente ne sia stato direttamente coinvolto. Mark Warner, vice di Burr, democratico della Virginia E’ il democratico numero uno della commissione Intelligence al Senato intenzionato a capire se Comey abbia avuto l’impressione di avere subitp una qualche interferenza da parte di Trump nelle indagini sul Russiagate. Perché se così fosse, è la tesi dell’opposione (che al Congresso è una minoranza) sarebbe il segno di un tentativo di insabbiamento o di ostruzione della giustizia. Warner vuole inoltre che Comey ribadisca la conclusione a cui lui è giunto, ovvero che la Russia è intervenuta nelle elezioni Usa per favorire Trump – una conclusione ormai accettata in entrambi i partiti ma che Trump continua a negare. Ron Wyden, democratico dell’Oregon Uno dei più critici nei confronti di Trump, Wyden è famoso per porre le domande più spinose durante le audizioni. A lui sono rimaste vive nella memoria le parole pronunciate da Trump due giorni dopo avere licenziato Comey ai microfoni di Nbc News, ossia che aveva pensato al Russiagate nel prendere quella decisione. Wyden vuole capirne di più e vuole da Comey un “sì” o un “no” alla domanda: il presidente ha ostacolato il corso della Giustizia? Susan Collins, repubblicana (moderata) del Maine La senatrice ha lottato affinché l’indagine rimanesse bipartisan e indipendente. Come spiegato alla Cbs la domenica precedente alla testimonianza, vuole da Comey delucidazioni: ha detto o no in tre occasioni, come sostenuto da Trump nella lettera di licenziamento, che il presidente non era indagato? Marco Rubio, repubblicano della Florida L’ex sfidante di Trump nella corsa alle presidenziali ha chiesto che l’indagine sia esaustiva. Storicamente un “falco” sulla questione russa, negli ultimi mesi si è avvicinato all’amministrazione Usa. Due giorni prima della testimonianza di Comey, Rubio ha cenato con il presidente.

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E’ considerato il barometro di quanto il Gop si concentrerà sulla condotta dei Comey piuttosto che su quella del presidente Usa. Dianne Feinstein, democratica della California L’ex numero uno della commissione Intelligence ha criticato in passato l’ex direttore dell’Fbi per come ha gestito l’indagine sulle email di Hillary Clinton. Come anticipato da lei stessa, vuole sapere perché, esattamente, Comey è stato licenziato e se e che cosa Trump ha fatto per tentare di fermare l’indagine sul Russiagate. Sarà probabilmente lei a riportare a galla un’altro ingrediente da giallo: ci sono o no registrazioni delle conversazioni tra Comey e Trump, come insinuato da quest’ultimo?. John Cornyn, repubblicano del Texas Se c’è qualcuno che potrebbe essere dalla parte di Trump in quest’udienza, quel qualcuno è Cornyn. E’ la persona con cui Trump voleva rimpiazzare Comey (prima che il senatore si tirasse fuori dalla corsa). Secondo lui, la nota con cui il vice segretario alla Giustizia Rod Rosenstein ha criticato la gestione di Comey dell’emailgate di Clinton era una ragione sufficiente per licenziare l’ex direttore dell’Fbi. Sarà lui a sminuire l’importanza della richiesta di Trump di chiudere l’inchiesta su Flynn. Magari portando l’attenzione sul fatto che ci siano fughe di notizie, spesso fonte dell’ira del presidente. John McCain, repubblicano dell’Arizona McCain ha più volte descritto il Russiagate come un “millepiedi” e ha previsto che prima o poi usciranno allo scoperto altri “piedi”. In quanto presidente della commissione Forze armate, McCain è un membro d’ufficio della commissione Intelligence: questo significa che può partecipare all’audizione e fare domande. McCain è probabilmente il senatore più critico nei confronti del presidente russo Vladimir Putin.

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