Pablito, l’uomo del mundial ’82 che ha fatto sognare l’Italia. Aveva 64 anni

10 dicembre 2020

La tragica notizia della morte di Paolo Rossi arriva dal profilo Instagram di Federica Cappelletti, moglie di Pablito. Con una foto postata poco dopo la mezzanotte, la moglie di Rossi ricorda “per sempre” il suo Paolo. Giornalista professionista, scrittrice, sceneggiatrice, esperta in comunicazione internazionale, la Cappelletti era sposata con Rossi dal 2010. Anche su Facebok Federica ha ricordato il suo Pablito: “Non ci sarà mai nessuno come te, unico, speciale, dopo te il niente assoluto….”. Paolo Rossi lascia la moglie, Federica, e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro.  morto all’età di 64 anni, vittima di un male incurabile.

Per tutti era Pablito, l’uomo del mundial 1982, il ragazzo del mondiale del 1978 che ha fatto sognare e scendere in piazza l’Italia intera ai tempi di Bearzot e Pertini, di Zoff, Gentile e dell’urlo di Tardelli. Fece sognare quell’Italia che battè il Brasile di Zico, l`Argentina di Maradona, la Polonia di Boniek e in finale la Germania di Rummenigge. Esplose nel Vicenza, passò al Perugia e poi alla Juventus per i suoi anni migliori. Nato a Prato, alle porte di Firenze, Rossi muove i primi passi nella Santa Lucia. Ambrosiana e Cattolica Virtus sono le altre sue squadre. Gli osservatori della Juve lo scoprono. Lui, attaccante agile nato per il gol. A Como, dove è in prestito, nel 1975 Osvaldo Bagnoli lo lancia come centravanti. Problemi al ginocchio, tre menischi asportati. Fabbri lo lancia nel Vicenza e Paolo Rossi vince la classifica cannonieri del 1977-78 con 24 gol. In estate la notizia clamorosa: Rossi è in comproprietà tra Vicenza e Juve e Giussy Farina, il presidente del club veneto, se lo aggiudica alle buste per oltre due miliardi di lire.

Intanto Enzo Bearzot lo lancia in Nazionale e Paolo diventa Pablito al Mondiale del 1978 in Argentina, Mondiale in cui segna gol rapinosi e manda a rete Bettega architettando uno spettacolare triangolo contro l`Argentina padrona di casa. Passato al perugia (dopo il gran rifiuto al Napoli) inciampa nel calcio scommesse. Lo squalificano per due anni in sede di giustizia sportiva, mentre viene assolto dalla giustizia ordinaria. I giudici del pallone gli fanno pagare un colloquio di pochi attimi con uno dei promotori del Totonero, breve dialogo nella serata di un ritiro, situazione in cui Rossi capisce l`impiccio e si defila in fretta. Più avanti uno dei soggetti coinvolti ammetterà che Rossi non era d`accordo su niente né aveva preso soldi, e che non era andato oltre qualche parola di circostanza. Al massimo, omessa denuncia. Giampiero Boniperti se lo riprende alla Juve, Enzo Bearzot si convince della buona fede del ragazzo e lo difende contro tutto e tutti.

Lo convoca per il Mondiale di Spagna. il 5 luglio 1982, al Sarrià di Barcellona, in Italia-Brasile 3-2. Segna una tripletta epica, che diventerà il titolo di un suo libro: “Ho fatto piangere il Brasile”. Poi altri due gol contro la Polonia in semifinale e una rete all`allora Germania Ovest nella finale di Madrid. Italia campione del mondo. La Juve, il Milan e poi l`ultima tappa, al Verona. Nel dopo, una bella carriera da commentatore, tra Sky, Mediaset e Rai, e un`attività imprenditoriale, un agriturismo in provincia di Arezzo. Poi un dolore alla schiena e il verdetto terribile: tumore ai polmoni. I colleghi della Rai, la tv per cui faceva l`opinionista, gli sono stati vicini. Gli hanno mandato video motivazionali per sostenerlo nella battaglia. Kobe Bryant, Diego Maradona, Paolo Rossi in un 2020 che non dà tregua.

L`addio a Paolo Rossi sarà celebrato sabato mattina nel Duomo di Vicenza, la città che ha cambiato il corso della sua carriera e che ha trascinato in serie A a suon di gol. “Stiamo cercando di capire come organizzare un evento di tale portata in questo momento” ha detto il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco coime pubblicato dall’edizione online de La Gazzetta dello sport. Da stamattina la salma di Paolo Rossi è all`obitorio dell`ospedale Le Scotte di Siena, dove era ricoverato dopo l`aggravamento della malattia che gli era stata diagnosticata nella scorsa primavera. La camera ardente è stata allestita all`interno della struttura, ma seguendo le disposizioni di contenimento del coronavirus è aperta soltanto a parenti e amici stretti. Nelle sale antistanti all`ingresso ci sono numerose persone, tra cui diversi amici del calciatore. Domani dovrebbe esserci il trasferimento a Vicenza. Oggi Paolo Rossi sarà ricordato con un minuto di silenzio prima di tutte le partite di Europa League. Lo ha deciso l`Uefa. A Vicenza è stato proclamato il lutto cittadino e ci sono bandiere a mezz`asta nei palazzi comunali per la morte di Paolo Rossi, a cui era stata assegnata la cittadinanza onorario lo scorso 18 febbraio.

LA MOGLIE FEDERICA

“Nel momento in cui stava morendo e non se ne voleva andare, io l’ho abbracciato forte e gli ho detto Paolo, adesso vai, hai sofferto troppo. Staccati, lascia questo corpo e vai. Io crescerò le bambine e porterò avanti i nostri progetti. Tu hai fatto anche troppo e quindi si è addormentato in quel momento”. E’ il ricordo di Federica Cappelletti, la moglie di Paolo Rossi, parlando con i giornalisti davanti all’obitorio dell’ospedale Le Scotte di Siena.”Non è facile riassumere in poche parole tutto quello che è stato Paolo – ha proseguito -. Una persona unica, piena di ottimismo anche nei momenti più difficili, una persona grande ma allo stesso tempo semplice. Sapeva parlare allo stesso modo con i capi di Stato ma anche con le persone che incontravamo al supermercato. Questo era Paolo e questa la sua grandezza. Una persona che mi ha insegnato tanti valori belli e li ha insegnati alle nostre figlie. Io dico che dopo Paolo Rossi si sopravvive. Quindi cercherò di fare questo. Preferisco pensare che sia un arrivederci. Fare a meno di lui è veramente tanto. Ma dovrò farlo, gliel’ho promesso”.
“‘Riporteremo Paolo in Toscana – ha concluso Federica Cappelletti -. Faremo la cerimonia e una camera ardente a Vicenza che era la sua città adottiva. Poi lo farò cremare in accordo con il figlio perché me lo voglio tenere sempre vicino”.

IL CORDOGLIO

I COMPAGNI DEL MUNDIAL

Fulvio Collovati questa mattina a ‘Radio Rai’ ha voluto ricordare Paolo Rossi, uno dei più forti attaccanti della storia del calcio italiano scomparso questa notte a 64 anni. Collovati è stato compagno di squadra di Rossi nel 1982: “Noi abbiamo una chat, dove possiamo accedere solo noi del 1982. Stamattina – ha detto Collovati – è arrivata questa notizia da parte di sua moglie e sono sconvolto, faccio fatica a parlare. Se sono campione del Mondo lo devo a lui, i gol, quel Mondiale fu fantastico. Poi ho condiviso con lui 15 anni della mia vita, dalla nazionale juniores. E’ un anno terribile questo, non mi sarei mai aspettato sarebbe arrivata questa notizia”. Collovati ha conosciuto molto bene Rossi, e nel corso del suo intervento ha così ricordato la persona: “Semplice, sorridente, non faceva pesare nulla. Corretto, leale e imprevedibile come tutte le persone intelligenti”. Dino Zoff, eroe di quel Mondiale storico: “Mi dispiace tantissimo. Non so cosa dire, è stato fulmine a ciel sereno. Abbiamo sempre avuto un grande rapporto con Paolo, simpatico, intelligente, era un po` che non ci sentivamo, ci avevano detto qualcosa ma non pensavo fosse così grave. I rapporti con lui erano stupendi, era simpaticissimo. Intelligente, aveva tutto per stare bene. Qualcosa difficile da capire”.

Giancarlo Antognoni, oggi club manager della Fiorentina e protagonista del Mondiale `82, scrive il suo pensiero su Facebook: “Un altro pezzo di storia del mio amato calcio se ne va. Grande Paolo con te ho vissuto in Nazionale gli anni più belli. Ti voglio bene. R.I.P”. Distrutto Antonio Cabrini, altra colonna di quella squadra: “Sei mesi fa ho perso un fratello, oggi ne piango un altro. Non voglio dire altro, per me questo non è il momento di parlare”. “A volte semplicemente non esistono parole per esprimere il dolore che tutti noi stiamo provando. Ciao Paolo”: questo il tweet del Vicenza, squadra dove Rossi giocò dal 1976 al 1979, anni che gli permisero di farsi notare ad alto livello. La Lazio esprime “profondo cordoglio per la scomparsa di Paolo Rossi e si unisce al dolore della famiglia”. La Fiorentina “piange l`eroe del Mundial `82. Toscano, nato a Prato, Rossi è stato indimenticabile protagonista nella nazionale di Bearzot della Coppa del Mondo vinta in Spagna”. Paolo Rossi ha concluso la sua straordinaria carriera da calciatore con la maglia dell’Hellas Verona, nella stagione 1986/87. Dopo aver vinto tutto con la Juventus, ma soprattutto un Mondiale in Spagna nel 1982 con la casacca azzurra, Rossi negli anni finali della sua carriera ha prima vestito la maglia del Milan e poi quella del club scaligero, che questa mattina con un post su twitter l’ha voluto ricordare così: “Nella nostra storia, nella storia di tutti gli italiani, nella storia del calcio Mundial. Ciao Pablito!”.

La Serie B affida al proprio profilo Twitter il cordoglio per la scomparsa di Paolo Rossi, eroe dell`Italia Mundial del 1982: “Ci hai fatto gioire come poche altre volte, ci hai fatto abbracciare tutti insieme. Una coppa dorata tra i tuoi regali più belli. Grazie di tutto Pablito Rossi. Riposa in pace, Campione”. Pietro Vierchowod: “È stato un grande giocatore del Mondiale `82 e soprattutto era una persona molto sensibile, una brava persona. Ci siamo visti nella Nazionale master, era anche molto a modo, era un bravo “ragazzo” anche se aveva 64 anni. Il 2020 è stato un anno veramente infausto, nato male e finito peggio. Rossi l`ho visto dagli esordi fino a quando ha smesso, era un centravanti atipico, si vedeva poco durante la partita ma in area di rigore come arrivava il pallone faceva gol. Giocatori con queste caratteristiche di rapina non ce ne sono, lui aveva la capacità di capire prima dove arrivava la palla anche dopo un rimbalzo o una carambola. È una grande perdita per il calcio mondiale. Avevo letto che non stava bene ma non pensavo che potesse lasciarci così presto”.

Facevi parte del gruppo di ‘Amici Veri”. E’ il messaggio commosso di Zibi Boniek per la scomparsa di Paolo Rossi, suo compagno di squadra con la maglia della Juventus. “Con te non solo ho vinto – conclude l’ex giocatore polacco – ma anche vissuto”. “Ciao Paolo… I giocatori non dovrebbero andarsene prima degli allenatori”: così Giovanni Trapattoni per la scomparsa di Paolo Rossi, da lui allenato nella Juventus. Il Real Madrid gli rende onore con un comunicato sul proprio sito ufficiale e su tutti i social: “Il Real Madrid CF, il suo presidente e il suo consiglio di amministrazione si rammaricano profondamente della scomparsa della leggenda del calcio mondiale Paolo Rossi. Il Real Madrid desidera esprimere le sue condoglianze alla sua famiglia e ai suoi amici, ai suoi club e tutti gli appassionati di calcio, in particolare agli italiani. Paolo Rossi si è spento oggi all`età di 64 anni. Con la Juventus ha vinto 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Europea, 2 Leghe e 1 Coppa Italia. Con la squadra italiana, Paolo Rossi è stato proclamato campione del mondo ed è stato il capocannoniere e il miglior giocatore al Mondiale del 1982 in Spagna, in una storica finale giocata al Santiago Bernabeu. Ha vinto il Pallone d`Oro quello stesso anno”.

Il Napoli twitta così: “Il Presidente Aurelio De Laurentiis, l`allenatore Gennaro Gattuso e tutta la SSC Napoli, si uniscono al dolore della famiglia Rossi per la scomparsa del caro Paolo, grande campione e simbolo della Nazionale nel Mondiale del 1982”. Il presidente Urbano Cairo e tutto il Torino Football Club “profondamente commossi, si stringono intorno alla famiglia Rossi nel ricordo di Paolo Rossi, simbolo dell`Italia Campione del Mondo nel 1982. Con i suoi gol ha riunito tutta l`Italia sotto la stessa bandiera e ha conquistato anche il Pallone d`Oro, il premio Oscar per un calciatore. Fuori dal campo si è distinto per gentilezza e garbo, qualità evidenziate anche come apprezzato commentatore televisivo, sempre pacato e competente”. Il Monza “si unisce al dolore della famiglia per la morte di Paolo Rossi, degno avversario dei biancorossi quando vestiva la maglia del Lanerossi Vicenza, e grande attaccante, eroe del Mondiale vinto nel 1982 con l`Italia di Bearzot”: è il messaggio di cordoglio del club brianzolo per la leggenda del calcio italiano, in cui si ricorda che “la sua unica stagione al Milan, 1985-86, coincise con l`arrivo di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani”, oggi proprietario e ad del Monza, “che lo ricordano commossi”. “Hai battuto le leggende, ci hai reso i più grandi. Hai riunito un Paese e lo hai portato sul tetto del mondo. Ciao Pablito, purtroppo ancora una volta hai bruciato tutti sul tempo”. E’ il ricordo del presidente del Coni, Giovanni Malagò, di Paolo Rossi scomparso nella notte a 64 anni.

RADIO RAI

Paolo Rossi è stato il protagonista indiscusso del Mondiale del 1982 vinto dagli azzurri. E proprio quel ricordo ‘Radio Rai’ ha voluto far riaffiorare: pubblicato su twitter un post con la voce di Enrico Ameri dell`indimenticabile radiocronaca che fece da sottofondo alla vittoria degli Azzurri ai Mondiali`82 in Spagna. Paolo Rossi in quella occasione segnò il primo gol della partita contro la Germania Ovest vinta 3-1.
“La voce di #EnricoAmeri nell`indimenticabile radiocronaca che fece da sottofondo alla vittoria degli #Azzurri ai #Mondiali`82 in Spagna. #PaoloRossi segnò il primo goal. Pic.twitter.com/HdtUM8fGbW Rai Radio1 (@Radio1Rai) December 10, 2020”.

VENDITTI

“Paolo Rossi… era un ragazzo come noi”, e un cuore rosso accanto disegnato con un emoticon: Antonello Venditti sul suo profilo Facebook, gli rende omaggio nel giorno più triste. Il cantautore romano dedicò a Rossi una strofa della sua famosissima canzone “Giulio Cesare”, pubblicata nel 1986 e cantata dalle generazioni di quel periodo. “Eravamo trentaquattro, adesso non ci siamo più, e seduto in questo banco ci sei tu. Era l`anno dei Mondiali quelli dell`86, Paolo Rossi era un ragazzo come noi”. Il testo, dedicato alla nostalgia e al tempo che passa modificando abitudini e mode, lasciando però sempre una inquietudine di fondo, fa riferimento, in quei versi, ai mondiali del Messico 1986 dove l`Italia si presentò forte del trofeo vinto in Spagna nel 1982, ma venne eliminata.

JUVENTUS

“Che brutta notizia, questa mattina. Se n`è andato Paolo Rossi, Pablito: per una nazione intera, l`uomo di un Mundial indimenticabile, per noi “anche” molto, ma molto altro”. Comincia così il lungo messaggio che la Juventus ha dedicato a Paolo Rossi sul proprio sito internet. “Paolo è un`intera generazione di juventini che ha esultato con lui, davanti a televisori che, mese dopo mese, diventavano a colori.
Ma le nostre gioie continuavano a essere, meravigliosamente, in bianconero. Se cercate nelle vostre camere, o nelle vostre soffitte, probabilmente lo trovate, un poster di quella Juve incredibile. Quella Juve che, con lui a suggellare i gol più importanti, dal 1981 al 1985, ha vinto letteralmente di tutto. Alla Juve, Paolo è rinato, lasciandosi alle spalle le difficoltà, e diventando quello che poi l`Italia ha celebrato, in quella caldissima estate 1982 nelle piazze e nelle fontane di ogni città”. Poi la sua carriera: Bianconero (nelle giovanili, con 3 presenze in Coppa Italia) già dal 1973 al 1975, la “vera” avventura juventina ricomincia nel 1981, anche se per forza di cose, quella stagione lo vede in campo solo 3 volte in Serie A. Tre volte sono però sufficienti per far maturare in lui (e in Mister Bearzot) quella visione che lo porterà in Spagna, a diventare protagonista con gol incredibili in partite incredibili e a tornare a casa con una Coppa del Mondo che mai nessuno dimenticherà. E che a fine 1982, gli permetterà di mostrare a tutti il trofeo di calciatore più forte del pianeta, il Pallone d`Oro. Gol segnati in tutti i modi: di testa, di rapina, con inserimenti repentini. “Perché Paolo segnava in tutti i modi, facendo valere la sua fisicità così particolare. “Attenti a Rossi”, ti diceva il portiere, e nel momento in cui tu, difensore, ti giravi, lui aveva già fatto gol. Quarantaquattro, in totale, nel suo meraviglioso periodo juventino: reti grazie alle quali Pablito e la Juve in quelle stagioni portano a casa due Scudetti, una Coppa Italia e ben tre allori europei, la Coppa delle Coppe, la Supercoppa Europea e la Coppa dei Campioni. C`è tutto Paolo, in quel gol al Manchester United che valse la Finale di Coppa delle Coppe 1984. Uno a uno a Manchester, al 90` siamo uno a uno a Torino: Paolo scatta più veloce di tutti su un tiro che viene rimpallato a Scirea, che aveva calciato dal limite. La palla non è vagante, è li per lui. Lo chiama. E lui c`è: batte il portiere Bailey con freddezza, e il resto è esultanza. E` gioia. Se avete trovato quel poster di quella Juve magnifica, apritelo, e salutate in modo speciale quel ragazzo con il nove sulle spalle. Perché come lui ne nascono pochi”. Ciao, Pablito.

BRASILE

“E’ morto Paolo Rossi, l’uomo che fece fuori il Brasile dal Mondiale ’82. E che abbiamo sempre rispettato. Addio al boia del Brasile”. E’ questo il titolo col quale oggi Globoesporte ha voluto salutare l’uomo che ‘uccise il sogno verdeoro’, scomparso all’età di 64 anni in un 2020 che ha deciso di portarsi via anche il simbolo azzurro di un Mondiale che dopo 44 anni ci riportò agli allori calcistici. “Ci siamo incrociati a Torino, lui giocava alla Juve e io al Toro – ha ricordato Junior, ex terzino di quel Brasile e poi della squadra granata – Era molto gentile. Ha sempre portato rispetto, e noi brasiliani abbiamo sempre avuto grande rispetto per il giocatore e per l’uomo”.

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