Padoan contro Renzi: non c’è ripresa

19 agosto 2014

Padoan ammette di aver sbagliato. Per convincere Bruxelles che la situazione dell’economia italiana non era così disastrosa e che comunque la cura del governo avrebbe fatto effetto subito, il ministro dell’Economia aveva sfornato un Def (Documento di economia e finanza) ottimistico. Parlando alla Bbc Radio4, Padoan riconosce che lo scenario sarà peggiore delle previsioni. Nel 2014 “ci attendiamo una crescita inferiore alle nostre previsioni”, ma questo, assicura, che non cambierà il programma delle riforme. “Quello che cambierà è che per la ripresa in Italia, ma anche in Europa ci vorrà più tempo del previsto”. Non è una scusa, ha precisato Padoan, ma “ci siamo sbagliati tutti sia le organizzazioni internazionali sia i governi, prevedendo per il 2014 una crescita superiore nella zona euro”.

Ora però il Def è da rifare. Il prodoto interno lordo per quest’anno sarà vicino alla crescita zero, invece dello 0,8%. Il deficit in rapporto al pil salirà dal 2,6% al 2,9-3% e il debito pubblico potrebbe sforare quota 135% del pil. Il nuovo scenario sarà contenuto nella Nota di aggiornamento al Def che il governo deve presentare al Parlamento entro il 20 settembre per poi passare al vaglio di Bruxelles. Difficile pensare che a fronte di queste variazioni, non ci sarà una correzione di rotta del governo. Insomma se una manovra a settembre potrebbe essere evitata, di sicuro la legge di Stabilità per il prossimo anno non potrà essere light. Eppure anche il premier Renzi è ottimista e continua a ripetere che l’Italia non salirà sopra il 3% in nessun caso. Matteo Renzi, raccontano, si sente molto tranquillo e fiducioso riguardo al bilancio dello Stato. L’Europa non è viste come un problema da palazzo Chigi. Padoan invita alla pazienza giacchè occorreranno due anni per vedere gli effetti sulle riforme. Il percorso di riforme in Italia, ammette il ministro del Tesoro, non è certo brillante, ma “stiamo lavorando proprio per renderle effettive”. Le riforme sono lo strumento efficace per riportare la crescita, ma c’è bisogno di tempo per vedere i benefici, non sono sufficienti solo pochi trimestri.

Poi il ministro lancia la palla nel campo della Bce, esortandola a fare la sua parte per riportare “l’inflazione prossima al 2%; al momento siamo molto, molto distanti da questa cifra, e per questa ragione deve essere fatto di più per raggiungere questo obiettivo”. Il punto sulla crescita dell’Eurozona e del ruolo delle banche centrali sarà fatto al tradizionale appuntamento con il vertice di Jackson Hole, il summit organizzato dalla Fed di Kansas City, che chiama a raccolta ogni anno nel Wyoming i principali banchieri centrali ed economisti internazionali.
L’ennesimo segnale della crisi è venuto dal report del ministero dell’Economia sull’andamento delle entrate tributarie e contributive che nel periodo gennaio-giugno 2014 mostrano un calo dello 0,4%, corrispondente a -1,257 miliardi di euro), rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. La lieve variazione registrata è la risultante di due elementi principali: la diminuzione del gettito tributario dello 0,7% (-1,510 miliardi), che sconta la flessione dell’Ires (-3,449 miliardi di euro, pari al -26%) dovuta ai minori versamenti a saldo 2013 e in acconto 2014 effettuati da banche e assicurazioni, conseguenti alla maggiorazione dell’acconto 2013 (fissato al 130% dal D.L. n. 133 del 30 novembre 2013); la crescita, in termini di cassa, delle entrate contributive pari a +0,2% (+253 milioni di euro), un risultato positivo che sconta peraltro gli effetti delle misure di riduzione del cuneo fiscale previste per i premi assicurativi Inail dalla legge di stabilità per il 2014.

Dal report emerge anche la crescita del gettito dei ruoli incassati nel periodo gennaio-giugno 2014, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, di 398 milioni di euro (+10,9 per cento). Tale risultato è dovuto al versamento straordinario, nel mese di aprile, da parte di un grande contribuente. Armani, in seguito a una transazione con il fisco ha versato ad aprile un assegno da 270 milioni. Intanto continua a pieno ritmo la certificazione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Nella settimana che va dall’11 agosto ad oggi si sono registrate alla piattaforma per la certificazione dei crediti più di 600 aziende. Sono state presentate ulteriori 1.944 domande per un controvalore di 158 milioni di euro. Complessivamente, al 18 agosto 2014, sono 47.046 le istanze di certificazione dei crediti presentate dalle imprese per un controvalore di 5,5 miliardi. I crediti certificati godono della garanzia dello Stato e della convenzione Mef-Abi.

 

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