Padoan rassicura i mercati: “Il sistema bancario italiano non è in crisi”
INFORMATIVA ALLA CAMERA Il ministro dell’Economia: “Il risultato degli stress test conferma la solidità” delle banche italiane di Filippo Caleri
di Filippo Caleri
Non c’è nessuna crisi di sistema nelle banche italiane, il risparmio è dunque al sicuro e nessuna crisi può partire da credito italiano. A certificarlo è stato ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan (foto), nell’informativa urgente alla Camera sul sistema bancario e su Mps, fugando così i dubbi che i mercati finanziari nutrono sulla sostenibilità delle operazioni messe in cantiere per stabilizzare gli istituti tricolori dopo gli stress test europei.” Il sistema bancario italiano non è in una situazione di crisi sistemica né fonte di vulnerabilità per altri sistemi bancari» ha spiegato Padoan che ha anche ricordato che “il risultato degli stress test conferma la solidità” delle banche italiane. Il responsabile del dicastero dell’Economia, insomma, ha gettato acqua sul fuoco smorzando gli allarmi sul fatto che, ad agosto quando la speculazione è più agguerrita con gli scambi ridotti, il dossier Monte Paschi possa diventare incandescente. Padoan non ha mancato di togliersi qualche sassolino dalle scarpe sulle critiche giunte al governo. “Durante queste settimane abbiamo assistito anche a polemiche inconsulte: il governo è stato accusato alternativamente di non aver fatto nulla o al contrario di avere interferito oltre le proprie prerogative” ha puntualizzato Padoan nel corso dell’informativa sottolineando che “molto spesso le polemiche si sono basate su informazioni del tutto fantasiose e strumentalizzazioni che finiscono per nuocere al settore e al Paese”.
Tutte le banche italiane, ha spiegato il ministro “hanno realizzato in questi anni significativi aumenti di capitale” ottenendo il rafforzamento patrimoniale “con un sostegno pubblico molto limitato, quasi nullo, realizzato senza perdite finali a carico dell’erario e nonostante la crisi abbia colpito il sistema sia intaccando la redditività, sia determinando la crescita della massa dei crediti deteriorati”. Il quadro delle regole europee, ha ricordato successivamente il ministro, “è profondamente cambiato, con il progresso verso l’unione bancaria e l’introduzione del bail in. Nel 2013 le regole europee sono diventate molto più esigenti e restrittive rispetto alla possibilità di interventi pubblici. Considerazioni sull’operato del governo che non tengano conto, tra l’altro, di queste profonde modifiche sono, quanto meno, dettate da scarsa consapevolezza o dal rifiuto di riconoscere la realtà dei fatti”. Padoan ha poi preso atto dell’indisponibilità delle Casse Previdenziali private per investire in Atlante, ma ha anche sottolineato”che l’investimento è un’opportunità e non pregiudica il risparmio previdenziale”. Il ministro poi individuato le cause della crisi del nostro sistema creditizio: “La crisi economica, rigidità strutturali, in alcuni casi gli errori del management, in altri casi la condotta illecita del management”.
Intanto ieri sera è arrivata la firma del decreto ministeriale attuativo della Gacs, la garanzia che lo Stato potrà concedere per la cartolarizzazione delle sofferenze. Il provvedimento è al vaglio della Corte dei Conti. Nonostante la legge già entrasse nel dettaglio del funzionamento della Gacs, si è scelto di meglio definire la procedura di valutazione delle istanze, anche per chiarire alcune previsioni normative alla luce delle prassi di mercato. L’avvio della procedura Gacs rende ora più vicina l’operazione sui crediti deteriorati della Popolare di Bari, la prima banca a dichiarare di voler far ricorso a questo strumento per la sua cartolarizzazione da 500 milioni di euro. Una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto sarà possibile per il Tesoro vagliare la domanda di attivazione della Gacs che l’istituto barese presenterà e decidere nel merito con un apposito atto. I crediti cartolarizzati dalla Bari sono Npl che arrivano dall’acquisizione di Tercas. Da parte della Bari e dei mercati c’è aspettativa sul prezzo finale dell’operazione perché potrebbe costituire il benchmark di altre operazioni di cartolarizzazione.