“Padrenostro”, Favino e l’amore per un padre negli anni di piombo

Dal 24 settembre il film di Claudio Noce in concorso a Venezia VIDEO

Pierfrancesco_Favino

“Padrenostro”, il primo film italiano in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, parte da un episodio realmente accaduto al regista, Claudio Noce: l’attentato da parte di un commando di terroristi ai danni di suo padre, il vicequestore Alfonso Noce, nel 1976. Prendendo spunto da questo ricordo il regista racconta le paure, le fragilità, il percorso di crescita di un bambino, (interpretato da Mattia Garaci) e, soprattutto, il suo intenso e complesso rapporto d’amore con il padre, interpretato da Pierfrancesco Favino, che è anche coproduttore del film.

“La difficoltà che avevo era pensare a come raccontare questa storia, cioè quale era il punto di vista che mi interessava raccontare. Sicuramente avevo un bisogno e un’emergenza, come si dice spesso. L’idea di raccontare questo film si è resa concreta nel momento in cui ho pensato di poterla raccontare in maniera universale, non come una storia privata”. “Padrenostro”, che arriverà nei cinema il 24 settembre, è anche il racconto di un’epoca, di rapporti genitori-figli fatti più di silenzi che di dialoghi, di una generazione che ha osservato in silenzio quegli anni di piombo, senza avere spiegazioni su cosa stesse succedendo, ma portandone dentro tutte le paure. Una generazione che è oggi quella dei 50enni, come Favino.

“Mentre me la raccontava io vedevo me con mio padre, il mio rapporto con mio padre, riconoscevo la mia infanzia, riconoscevo i sapori, gli odori, i silenzi. Noi facciamo parte di una generazione, Claudio è un po’ più giovane di me, che non ha partecipato a dei grandi eventi storici, è stata messa in un angolo, silenziosamente, e le è stato forse anche impedito di alzare la mano dicendo: noi l’abbiamo vissuta così. Noi siamo passati da quello agli anni ’80, siamo stati la prima generazione di consumisti e non abbiamo mai partecipato a nulla. L’unica cosa a cui ho partecipato è la Pantera. Ora, questa qui, è una grande nostalgia per noi”.