Palazzo Chigi approva il Def: nel 2017 Pil all’1% e il deficit sale al 2,4%


 

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella tarda serata di ieri la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF) 2016. Secondo quanto rende noto Palazzo Chigi, la variazione del Pil viene indicata +0,7% nel 2015, +0,8% nel 2016 e +1% nel 2017; il deficit/Pil al 2,6% nel 2015, al 2,4% nel 2016 e al 2% nel 2017; il debito/Pil al 132,3% nel 2015, al 132,8% nel 2016 e al 132,2% nel 2017. La Nota, propedeutica alla legge di bilancio che dovrà essere presentata in Parlamento entro il 20 ottobre, in pratica, aggiorna le stime del Governo sul quadro macroeconomico per l’anno in corso e il triennio successivo nonchè gli obiettivi programmatici. Su queste cifre, modificate rispetto a quelli indicati nel Documento dell’aprile scorso, dovranno esprimersi le Camere, alle quali il documento viene trasmesso. “Le cifre vengono decise dalla legge di bilancio, quindi a ottobre e non oggi. Le regole prevedono che le leggi si facciano in Parlamento e non con i sindacati, nonostante noi siamo fautori dela concertazione. Confermiamo l’intervento sul tema dell’aiuto alle pensioni, quanto grande questo intervento sia lo decidiamo nella legge di bilancio”, ha detto il premier Matteo Renzi: “Inoltre confermiamo il quadro di riduzione fiscale. Le singole misure le decidiamo in legge di bilancio”. La Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza ha spiegato Renzi “prevede le circostanze eccezionali. Coerentemente con le regole europee, che rispettiamo anche quando non le condividiamo, abbiamo individuato due circostanze eccezionali: il sisma e l’immigrazione”. “Gli interventi per il sisma sono di default fuori dal Patto di Stabilità, diciamo ai sindaci di progettare, perché i soldi sono fuori dal Patto”, ha spiegato il presidente del Consiglio, per il quale sull’immigrazione “l’Europa è gravemente in debito con l’Italia. Per sisma e immigrazione chiederemo al Parlamento l’autorizzazione di arrivare a un massimo di 0,4% di deficit/Pil in più rispetto al 2% stimato per il 2016”.