A Palermo il segno di Caravaggio
Suggestioni meridionali
Suggestioni caravaggesche dai depositi di Palazzo Abatellis, “Una storia non semplice”. Il titolo della mostra, che si inaugura domani mattina a Palermo, allude al romanzo di Leonardo Sciascia “Una storia semplice” in cui, fra gli indizi di un misterioso giallo, si allude al furto della Natività di Caravaggio dell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo nel 1969, e focalizza l’attenzione sulla difficoltà di definire la reale “fortuna” della pittura di Caravaggio sulla cultura figurativa in Sicilia e a Palermo, al suo tempo e successivamente. La selezione di opere dai depositi di Palazzo Abatellis intende contribuire alla ricerca delle suggestioni che gli artisti trassero dalla lezione di Caravaggio così come si era affermata in tempi e in luoghi diversi. La mostra individua pertanto alcuni filoni significativi del caravaggismo meridionale, inteso come impronta che pervase sia le iconografie che i modi espressivi. Riguardo alle copie, si presenta una inedita e rara Decollazione del Battista, tratta dalla grande pala che Caravaggio esegui’ per la co-cattedrale di La Valletta a Malta. Altre opere documentano l’interpretazione del realismo caravaggesco in riferimento a raffigurazioni di vecchi canuti, santi e personaggi biblici, resi nella cruda verità della consunzione fisica ma tuttavia monumentali, forti e severi, diffusasi soprattutto grazie alla pittura di Jusepe de Ribera, attivo a Napoli dal 1616.
L’esposizione consente anche alcuni percorsi monografici mirati: da Mario Minniti a Pietro Novelli, ai napoletani Giovanni Ricca e Filippo Vitale. In particolare, Mario Minniti elaborò una cifra personale attingendo anche ad altre esperienze in chiave di tardo manierismo, come dimostrano i dipinti in mostra, fra cui l’Ecce Homo, mentre Pietro Novelli pur facendo tesoro di importanti esperienze successive alla stagione di Caravaggio, dal Ribera, al van Dyck si dimostra memore di Caravaggio nell’impianto compositivo della Cena in Emmaus e nella citazione del giovinetto ricciuto e bendato scolpito dalla luce nel Sacrifico di Isacco. L’apporto napoletano e’ presente in mostra con alcune nuove attribuzioni che individuano il Ricca e il Vitale come esponenti di un ambiente artistico molto articolato, attento anche agli aggiornamenti romani ed emiliani sulla linea del classicismo. Tutto ciò si integra all’esposizione permanente di Palazzo Abatellis ove in “Sala verde” e “Sala rossa”, e’ facilmente riconoscibile il tema del confronto con Caravaggio e col Caravaggismo che attraversa la pittura meridionale della prima meta’ del XVII secolo: da Filippo Paladini a Pietro D’Asaro, da Battistello Caracciolo al Ribera a Pietro Novelli, a Simon Vouet a Matthias Stom, fra cui anche una copia antica della Cena in Emmaus di Caravaggio, a rendere ancora più serrato e “circolare” il legame con il tema e le opere in mostra.