Lo scontro nella maggioranza al momento si gioca sul Def. Il Movimento dei democratici e dei progressisti ha messo a punto il documento da sottoporre nelle prossime ore al premier Paolo Gentiloni in cui si chiede attenzione sul lavoro e piu’ investimenti pubblici. Ma e’ Alternativa popolare, che oggi tiene la sua prima direzione nazionale, ad alzare la voce. “Pensiamo che Gentiloni stia facendo un buon lavoro di mediazione, e noi siamo la parte che non lo farà strattonare a sinistra dalla Cgil”, ha detto il leader Angelino Alfano, entrando alla riunione della direzione nazionale del partito, in vista dell’incontro di questo pomeriggio alle 17.30 dei vertici del partito con il premier. “Ap è nata come un’alternativa liberale e popolare a chi a una certa sinistra che vuole ingranare la marcia indietro. Abbiamo partecipato per tre anni a un governo riformatore – ha proseguito Alfano – e ora se si rimettono in discussione le riforme noi non ci stiamo”. Tradotto: “Niente virata a sinistra, altrimenti non ci stiamo”.
In sostanza, è partito il pressing sul governo. Da una parte Mdp, dall’altra Ap: lo scontro nella maggioranza si gioca innanzitutto sul Def. “Se dobbiamo impiegare quest’anno a fare marcia indietro sulle riforme per andare dietro ‘alla sinistra da indietro tutta’, il governo non ci trovera’”, ha detto Alfano. Ed ancora: “adesso la sinistra Pd e’ diventata il megafono della Cgil. Se il governo e’ sotto ricatto della Cgil, noi non siamo ricattabili dalla Cgil”. Alternativa popolare punta soprattutto ad accelerare su nuovi strumenti alternativi ai voucher. In realta’ chiede di spostare al 15 maggio la possibilita’ di acquistarli oppure di varare un nuovo dl. Altrimenti si acceleri – questa la richiesta avanzata in una proposta di legge firmata Pizzolante – il lavoro a chiamata, estendendolo a tutti i settori e alle fasce d’eta’ e promuovendo formule contrattuali brevi, anche per i week end. Paletti anche sul Def: subito misure per le famiglie e no allo sfoltimento delle agevolazioni/detrazioni fiscali per le imprese. Per ora il confronto del governo partira’ con il Pd: nei prossimi giorni Gentiloni dovrebbe incontrare i capigruppo della maggioranza ma l’attesa e’ per l’incontro di oggi tra il gruppo dem e il ministro dell’Economia. Padoan in ogni caso non dovrebbe svelare le carte anche se il quadro comincia a definirsi: la partita sulle clausole di salvaguardia sull’Iva, per esempio, dovrebbe essere rinviata a settembre alla nota di aggiornamento del Def.
Il documento sul quale in serata Padoan aprira’ il confronto anche con i dem non dovrebbe affrontare il nodo su dove reperire i circa 19 miliardi per scongiurarne l’aumento. Al momento e’ scongiurato un rialzo della pressione fiscale: nessun aumento riguardante la benzina; si’, invece, al riordino sulle accise sui tabacchi con il ministero dell’Economia che insiste nonostante qualche mal di pancia tra i dem. Il sentiero resta “stretto” ma non ci sono “scorciatoie”, ha ribadito il titolare di via XX settembre. Il percorso prevede varie tappe: il Def entro il 10 aprile, la ‘manovrina’ e poi la legge di bilancio dopo l’estate. Sulla direzione da intraprendere nei giorni scorsi si e’ discusso di un braccio di ferro tra Padoan e Renzi, con il primo che vuole rispettare i parametri Ue e il piano di rientro stabilito con Bruxelles e il secondo che intende puntare sulla maggiore flessibilita’ possibile. Ma oggi sera, ribadiscono fonti dem, non e’ previsto alcun attacco dei renziani al ministro. Restano alcune distanze, sottolineano fonti parlamentari vicine all’ex segretario dem, soprattutto sull’intervento previsto sul cuneo fiscale: “Padoan – viene spiegato – vorrebbe un taglio in modo orizzontale, per imprese e lavoratori. Renzi punta, invece, per lanciare un segnale sui neoassunti”. “Serve un intervento strutturale per la famiglia”, ha sottolineato Renzi, facendo capire che l’intervento sull’Irpef entrera’ nel programma della prossima legislatura. L’ex presidente del Consiglio e’ tornato a parlare anche delle istituzioni europee. “L’Europa – ha aggiunto – deve ripartire sulle cose concrete, non soltanto sullo spread, sulla finanza, sui tecnocrati o l’austerity”.