Palpeggiò uomo per rubargli Rolex. Gup: non è violenza sessuale
Sottrarre un Rolex a un uomo dopo averlo distratto palpeggiandolo in parti intime e proponendogli un rapporto non è violenza sessuale. Lo ha stabilito il gup di Milano, Stefania Donadeo, titolare del processo in abbreviato a carico di una rom di 28 anni arrestata a giugno scorso dopo per una duplice accusa: rapina e violenza sessuale. Ma al termine del procedimento, la donna è stata condannata a 1 anno e 8 mesi soltanto per il reato di rapina. Il giudice milanese l’ha assolta dall’accusa di violenza sessuale concedendole la sospensione condizionale della pena.
La donna venne fermata il 27 giugno da una volante della Polizia in Via Vincenzo Monti, pieno centro di Milano. A insospettire gli agenti era stato l’uomo che la stava inseguendo urlando “al ladro, al ladro”. La vittima raccontò ai poliziotti, come ricostruisce il giudice Donadeo nelle motivazioni della sentenza, che quel giorno “una giovane donna rom gli si era avvicinata, stringendogli fortemente i genitali e al contempo sussurrandogli ‘vuoi scopare'”. Infastidito da questo approccio, l’uomo allontanò la rom e “mentre ella si dava alla fuga si accorgeva di non avere più al polso il proprio orologio”. Una “condotta violenta” che secondo il gup Donadeo è stata un rapina, “posto che tale gesto è indubbiamente lesivo dell’integrità fisica della persona ed è stato funzionale, al pari della complessiva destrezza, all’impossessamento della refurtiva”. Ma questo stesso comportamento “non integra il reato di violenza sessuale” poiché “la donna, lungi dal voler invadere la sfera sessuale, ha voluto e si è rappresentata una violenza tale da disorientare la vittima al fine si sottrargli l’orologio”.