Panama Papers, Ue apre inchiesta
PARADISI FISCALI Dopo rivelazioni su elusione fiscale nei paradisi offshore 5 ministri scrivono a G20, lanciano iniziativa per scambio informazioni fisco di Enzo Marino
di Enzo Marino
La Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo, in cui siedono i capigruppo politici e il presidente dell’Assemblea, ha deciso all’unanimità, l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla vicenda dei “Panama papers”, le rivelazioni giornalistiche sugli elusori fiscali nei paradisi “off shore”. Il mandato della commissione d’inchiesta sarà deciso dalla stessa Conferenza dei presidenti il 4 maggio prossimo, dopo un voto della plenaria durante la prossima sessione di Strasburgo. Dopo l’esplosione dello scandalo sui cosiddetti Panama Papers – con la diffusione di milioni di documenti riservati relativi a società offshore create nel Paese centroamericano da contribuenti facoltosi di tutto il mondo – i cinque maggiori Paesi dell’Unione europea si rivolgono al G20 nello sforzo di aumentare ulteriormente la trasparenza del fisco e del relativo scambio di informazioni. E annunciano un’iniziativa-pilota per lo scambio automatico di informazioni sui proprietari di fatto, (in inglese beneficial owner) di società, fondazioni, e altre entità in modo che tali informazioni siano disponibili alle autorità fiscali e alle forze dell’ordine per aiutarle a seguire le tracce del denato usato dai criminali. L’iniziativa emerge da una lettera inviata ai colleghi del G20 da parte dei cinque ministri delle Finanze di Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Spagna, il cui testo è circolato durante il vertice primaverile del Fondo Monetario Internazionale in corso a Washington.
Nella missiva il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e i suoi quattro colleghi europei sottolineano che “come i recenti eventi hanno mostrato, dobbiamo prendere una ferma azione collettiva sull’aumento della trasparenza sulla proprietà effettiva (beneficial ownership) partendo dalle azioni di oggi. I criminali infatti continuano a trovare modi per sfruttare le crepe nel sistema attuale, costituendo strutture complesse in località varie e spesso multiple per nascondere le loro attività, si tratti di riciclaggio di denaro derivante da attività illecite, evasione fiscale o finanza illecita. Come con l’evasione fiscale, questo richiede una risposta globale”. In particolare sulla beneficial ownership, vale a dire sulla proprietà effettiva di una società o di un veicolo finanziario ‘schermata’ da altri nominativi, i cinque ministri finanziari europei rilevano che “è essenziale che tutte le giurisdizioni applichino degli standard rafforzati di rtasparenza. In tale spirito – si legge ancora nella lettera – ci impegniamo a creare a creare il prima possibile registri o altri meccanismi che richiedano ai proprietari effettivi di società, trust, fondazioni, società conchiglia e altre rilevanti entità di essere identificati e rendersi disponibili per le amminostrazioni fiscali e per le forze dell’ordine. Chiediamo anche alle altre giurisdizioni di adottare le stesse misure”.
Intanto, Italia, Spagna, Regno Unito, Francia e Germania annunciano il lancio di “una iniziativa-pilota per lo scambio automatico di tali informazioni come la beneficial ownership. Ciò darà alle nostre autorità fiscali e ad altre autorità rilevanti la piena conoscenza di vaste quantità di informazioni e le aiuterà a seguire le complesse piste offshore usate dai criminali. L’intenzione – si legge ancora – è che ciò rispecchierà i passi di rottura che abbiamo intrapreso sull’evasione fiscale nell’ambito del Common Reporting Standard (Crs). Lo scambio automatico di informazioni sulla beneficial ownership insieme al Crs sarà sottoposto alle abituali protezioni sui dati e sulla riservatezza e ad ogni eccezione appropriata. Cercheremo di assicurare che tali informazioni siano in un formato pienamente ricercabile e che contenga informazioni su entità e accordi raggiunti durante l’anno rilevante”. Perchè l’iniziativa sia pienamente efficace come il Crs, si legge ancora nella lettera inviata al G20 dai ministri finanziari dei cinque maggiori Paesi europei, “tale scambio dovrebbe essere su base globale. Speriamo dunque che sosterrete questa iniziativa al vertice di questa settimana (il G20 di Washington delle prossime ore, ndr), e che possiamo collettivamente chiedere all’Ocse in collaborazione con il Fatf di disegnare un nuovo standard globale per tale scambio.