Papa a Sarajevo per riconciliazione post-guerra (VIDEO)

In Bosnia pesano tra l’altro interessi di potenze estere, l’attenzione di Mosca sull’ortodossia serba o l’influenza wahabita dei Paesi del Golfo sull’islam autoctono

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Le cicatrici della guerra (1992-1995) ancora fresche. Una popolazione cattolica, non esente da moti revanscisti, dimezzata in un quarto di secolo. Una pace, quella siglata dagli accordi di Dayton, che produce, nella comunità croata, un sentimento di ingiustizia. Una cattiva situazione economica, tra disoccupazione e corruzione. E un mosaico religioso sul quale pesano gli interessi di potenze estere, che si tratti dell’attenzione di Mosca sull’ortodossia serba o l’influenza wahabita dei Paesi del Golfo sull’islam autoctono. E’ questo il problematico quadro che Papa Francesco trova domani con un viaggio in giornata a Sarajevo, tentanto di portare nella capitale della Bosnia Erzegovina un messaggio di pace e riconciliazione per una convivenza tra le diverse componente etniche e confessionali. Dopo il viaggio in Albania, l`estate scorsa, il Papa torna dunque nella “periferia” europea dei Balcani. In Bosnia, dove vivono bosniaco-musulmani (approssimativamente il 40%), serbo-ortodossi (circa il 30%) e cattolici croati (circa il 15%), “si lavora per costruire una convivenza pacifica e armonica e il Papa intende portare un messaggio di riconciliazione per la costruzione comune del futuro”, ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, in un recente briefing di presentazione dell`ottavo viaggio internazionale nell`undicesimo Paese visitato da Francesco, incoraggiando “il desiderio di ricostruire una situazione dove ci sono tuttora conflitti sociali forti” e sostenendo, in particolare, il dialogo interreligioso che “va coltivato e portato avanti con impegno”.

Padre Lombardi ha sottolineato, per esempio, che nel percorso che il Papa farà in jeep dallo stadio alla nunziatura, passerà accanto ad alcuni giardini pubblici di Sarajevo dove, durante la guerra jugoslava, vennero seppelliti i morti e dove sono tuttora visibili le tombe. Il motto del viaggio è “La pace sia con voi”. Il programma della giornata prevede la partenza dall`aeroporto romano di Fiumicino alle 7.30. Accolto alle 9 all`aeroporto di Sarajevo dal cardinale Vinko Pulic e dal membro croato della presidenza collegiale della Bosnia Erzegovina, Dragan Covic, Francesco si trasferisce nel palazzo presidenziale, dove, accolto dal presidente di turno, il serbo Mladen Ivanic, rivolge poi un discorso alle autorità, il corpo diplomatico, i vescovi e i leader religiosi. Alle 11 il Papa si reca allo stadio Koševo, che può contenere 60mila fedeli, per una Messa dedicata alla pace e alla giustizia. Alle 13,15 il Papa pranza con i sei vescovi della Conferenza episcopale. Dopo una pausa di riposo, il Papa alle 16 incontra in cattedrale sacerdoti, religiosi e seminaristi, e ascolta anche tre testimonianze che potrebbero essere “particolarmente intense, forti, drammatiche” di un sacerdote, un frate e una suora che hanno vissuto sotto la guerra, ha sottolineato padre Lombardi. Alle 17,30 incontra i rappresentanti musulmani, ortodossi ed ebrei nel Centro internazionale studentesco francescano, alle 18,30 vede i giovani nel centro diocesano giovanile Giovanni Paolo II. Alle 19,45, infine, cerimonia di congedo all`aeroporto, probabile breve incontro con i giornalisti a bordo dell`aereo e rientro allo scalo romano di Ciampino previsto alle 21.20.

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Padre Lombardi ha smentito le voci circolate nelle scorse settimane circa il rischio di attentati terroristici nei confronti del Papa in una regione attraversata da diverse tensioni. “Non ci sono particolari preoccupazioni per la sicurezza”, ha detto. “Non mi risultano” minacce o preoccupazioni, ha detto. Alla vigilia della visita, peraltro, l’Isis oggi ha minacciato i Balcani con un nuovo video pubblicato su internet attraverso Al Hayat media center. Dal 1991 il numero dei cattolici nel Paese si è quasi dimezzato. “Viviamo ancora oggi insieme nella stessa città, ma i cattolici, che sono una minoranza, non godono degli stessi diritti, che qui sono legati all`appartenenza etnica”, ha detto oggi all’Osservatore Romano , in riferimento alle conseguenze degli accordi di Dayton, il cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Vrhbosna, Sarajevo. “Siccome i cattolici sono in gran parte croati, i loro diritti dipendono da quelli garantiti a questa etnia. Vige la regola della maggioranza, che non offre alla minoranza una garanzia capace di rimuovere tutte le paure. Ciò non dipende dalle comunità religiose, ma dalla politica, da chi è al Governo e dovrebbe garantire la sicurezza di ogni cittadino a tutti i livelli. La Chiesa cattolica costantemente ricorda questa realtà. Tuttavia l`ingiustizia non viene corretta, anzi la si rende più acuta. Purtroppo se le cose dovessero continuare così rimarranno solo gli edifici a testimoniare che qui siamo vissuti nella diversità. La gente se ne andrà”.

Una problematica a cui ha fatto eco anche il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, in una recente intervista al Centro televisivo vaticano (Ctv), nella quale ha espresso l’auspicio che si possa realizzare una “sostanziale uguaglianza tra tutti i cittadini e tra tutte le fasce sociali, culturali e politiche” della Bosnia Erzegovina, “in modo tale che tutti si sentano a pieno titolo cittadini con la loro identità specifica, indipendentemente dal numero”. Il cardinale ha spiegato che il Papa va in quella che Giovanni Paolo II ha definito la “Gerusalemme d’Europa” come “pellegrino di dialogo e di pace”. E’ la terza volta di un Pontefice in Bosnia Erzegovina, la seconda a Sarajevo, dopo che Giovanni Paolo II visitò la capitale nell`aprile del 1997 (aveva rinunciato all`ultimo, a causa della guerra, l`8 settembre del 1994) e Banja Luka nel 2003. Nel corso del viaggio “credo che non ci sia da aspettarsi un riferimento a Medjugorje” da parte del Papa, il controverso santuario mariano erzegovinese, ha detto Lombardi. In collaborazione con il Ctv, la televisione della Cei Tv2000 trasmetterà tutti gli appuntamenti del Pontefice a cominciare, intorno alle 7.30, dalla partenza dall`aeroporto di Fiumicino. La maratona televisiva si chiuderà con la cerimonia di congedo all`aeroporto internazionale di Sarajevo prevista intorno alle 19.45. Dopo il Rosario da Lourdes delle 20 e un`edizione posticipata alle 20.30 del Tg2000, Tv2000 trasmetterà infine, alle 23.10, la versione integrale della conferenza stampa di Papa Francesco sul volo di ritorno a Roma.