“Nella delicata situazione del mondo odierno, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali. E’ necessario riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilita’ a servizio della vita e della societa’”. Papa Francesco lo ribadisce nel corso della sua visita a Loreto, la sua prima uscita dell’anno in Italia. Una visita, nella Solennita’ dell’Annunciazione del Signore, ricca di momenti significativi e caratterizzata da due eventi storici: la messa celebrata nella Santa Casa (non accadeva da 162 anni, da Pio IX nel 1857) e la firma, prima volta che avviene fuori dal Vaticano, dell’Esortazione apostolica post-sinodale dedicata ai giovani, intitolata “Christus vivit – Cristo vive”.
Con quest’ultimo gesto Francesco ha voluto affidare alla Vergine lauretana l’esito del Sinodo dei vescovi dal tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” (3-28 ottobre 2018). Un atto che richiama alla memoria a il pellegrinaggio di Giovanni XXIII a Loreto, effettuato il 4 ottobre 1962, quando proprio nel santuario della Santa Casa affido’ alla protezione della Vergine lauretana il buon esito del Concilio Vaticano II. Anche la data di pubblicazione e presentazione dell’Esortazione e’ fortemente simbolica: 2 aprile, anniversario della morte di Giovanni Paolo II, legando cosi’ due Pontefici tanto amati da varie generazioni. Altro momento importante, il saluto, durante il sorvolo verso Loreto, alla popolazione di Amandola (Fermo), duramente colpita dal terremoto. La famiglia, i giovani, gli ammalati. Sono i tre ‘protagonisti’ della Santa Casa per il Papa. “Ogni famiglia nelle sue diverse componenti”, trova nella casa di Nazareth “accoglienza, ispirazione a vivere la propria identita’”, ha detto il Pontefice che ha sottolineato come “l’esperienza domestica della Vergine Santa” stia a “indicare che famiglia e giovani non possono essere due settori paralleli della pastorale delle nostre comunita’, ma devono camminare strettamente uniti, perche’ molto spesso i giovani sono cio’ che una famiglia ha dato loro nel periodo della crescita”.[irp]
Ma la Santa Casa e’ anche dei giovani, ha continuato il Papa. Loreto e’ un “luogo privilegiato” dove i ragazzi “possono venire alla ricerca della propria vocazione”. “Occorre essere pronti e disponibili ad ascoltare e accogliere la voce di Dio, che non si riconosce nel frastuono e nell’agitazione”, ha sottolineato aggiungendo che “il suo disegno sulla nostra vita personale e sociale non si percepisce rimanendo in superficie, ma scendendo a un livello piu’ profondo, dove agiscono le forze morali e spirituali”. Ecco che Francesco ha auspicato il rilancio del Centro Giovanni Paolo II a servizio della Chiesa in Italia e a livello internazionale, e al tempo stesso ha invitato i Frati Cappuccini, ai quali e’ affidata la custodia del Santuario, a estendere l’orario di apertura della Basilica e della Santa Casa anche di notte per aiutare i giovani che vengono “a pregare e a discernere la loro vocazione”. “Sono bravi questi Cappuccini!”, li ha ringraziati a braccio. “Sempre in confessionale, sempre, al punto che tu entri in santuario e sempre ce n’e’ almeno uno li’, o due o tre o quattro, ma sempre, sia di giorno sia alla fine della giornata, e questo e’ un lavoro difficile”.
Il Santuario della Santa Casa di Loreto quindi si presta per il Pontefice, anche grazie alla sua collocazione geografica, a diventare “luogo di proposta per una continuazione degli incontri mondiali dei giovani e della famiglia”. Infine la Casa di Maria e’ anche per Francesco la casa degli ammalati. “La malattia ferisce la famiglia e i malati devono essere accolti dentro la famiglia, ha affermato. E subito a braccio ha ribadito il suo no alla cultura dello scarto: “Per favore, non cadiamo in quella cultura dello scarto che viene proposta dalle molteplici colonizzazioni ideologiche che oggi ci attaccano. La casa e la famiglia sono la prima cura del malato nell’amarlo, sostenerlo, incoraggiarlo e prendersene cura. Ecco perche’ il santuario della Santa Casa e’ simbolo di ogni casa accogliente e santuario degli ammalati”. Momenti di commozione, proprio durante i saluti, all’interno del Santuario, agli ammalati presenti. In particolare quando Francesco e’ tornato sui suoi passi per parlare con un bambino malato che piangeva perche’ non era riuscito a salutarlo. E poi l’incontro con un gruppo di non udenti: Francesco nella lingua dei segni ha chiesto loro di pregare per lui. Conclusa la recita dell’Angelus hanno suonato a festa le campane di tutti i campanili delle Marche. Papa Francesco ha compiuto un giro in papamobile fra i fedeli e i pellegrini, prima di pranzare con i vescovi. Poi il rientro in Vaticano da Montorso in elicottero.[irp]