Papa nelle Filippine difende famiglia dalla “colonizzazione” (VIDEO)

“Così come nei nostri popoli hanno detto no al periodo della colonizzazione, come famiglia dobbiamo essere molto, molto sagaci, molto abili, molto forti nel dire no a qualsiasi colonizzazione ideologica sulla famiglia”: così Papa Francesco nel discorso pronunciato – con varie improvvisazioni in spagnolo – alla famiglie filippine che ha incontrato nel palazzo dello sport Mall of Asia Arena di Manila. “Troppe persone vivono in estrema povertà altri vengono catturati dal materialismo e da stili di vita che annullano la vita familiare e le più fondamentali esigenze della morale cristiana”, ha detto Bergoglio, che ha anche evocato i “crescenti tentativi da parte di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio” ed ha elogiato quanto scritto da Paolo VI sulla natalità.

La giornata di Papa Francesco, la prima nelle Filippine dopo il suo arrivo ieri sera, è iniziata – quando in Italia era notte – con la cerimonia di benvenuto al palazzo presidenziale di Benigno Aquino e il successivo discorso al corpo diplomatico.”La riforma delle strutture sociali che perpetuano la povertà e l’esclusione dei poveri, prima di tutto richiede una conversione della mente e del cuore”, ha detto il Papa, invitando poi tutti i membri della società filippina “il fermo rifiuto di ogni forma di corruzione che distolga risorse dai poveri, e determini la volontà di uno sforzo concertato per includere ogni uomo, donna e bambino nella vita della comunità”.

Jorge Mario Bergoglio è poi tornato sul tema della povertà quando ha celebrato messa, a metà mattina, nella cattedrale di Manila con vescovi, sacerdoti e religiosi. “Il Vangelo chiama ogni singolo cristiano a vivere una vita onesta, integra e impegnata per il bene comune. Ma chiama anche le comunità cristiane a creare ‘circoli di onestà’, reti di solidarietà che possono estendersi nella società per trasformarla con la loro testimonianza profetica”. A braccio, ha sottolineato: “I poveri sono il centro del Vangelo, sono nel cuore del Vangelo. Se noi togliamo i poveri dal Vangelo, non possiamo comprendere il messaggio di Cristo”. Un equivoco a inizio omelia ha fatto sorridere il Papa, che sta pronunciando i suoi discorsi prevalentemente in inglese. “Do you love me?”, era la domanda di Gesù a San Pietro citata dal Vangelo. Ma i fedeli l’hanno presa come una domanda riferita a se stesso, ed hanno risposto in coro “Yes!”. “Grazie!”, ha risposto il Papa, “ma io stavo leggendo la parola di Gesù! Dice il Signore: ‘Mi ami? à Pasci i miei agnelli'”, ed ha proseguito l’omelia. Primo fuori-programma della giornata, il Papa ha visitato dopo la messa i bambini di strada sottratti dalla fondazione Anak-Tnk ai giri di droga e prostituzione.

Nel pomeriggio, alle 17 (le 10 in Italia) Bergoglio è giunto al palazzo dello sport di Manila per un mega-raduno di famiglie. A loro ha rivolto un discorso in inglese inframezzandolo di lunghi passaggi a braccio in spagnolo. “I would like to say something on the dream, but my english so poor, if you allow me I ask to traslate and I speak in spanish…”, vorrei dire qualcosa sul sogno, ma il mio inglese è così povero, se me lo permettere chiedo la traduzione e dico qualcosa in spagnolo. Il Papa ha continuato, tradotto da un monsignore filippino: “Ogni padre e madre sogna per nove mesi del figlio, vero? Sognare come sarà il figlio: non è possibile una famiglia senza sognare. Quando in una famiglia si perde la capacità di sognare, si perde la capacità di amare. Per questo vi raccomando che alla notte, quando fate l’esame di coscienza, vi facciate anche questa domanda: ho sognato il futuro dei miei figli? Ho sognato l’amore di mio marito, di mia moglie? Ho sognato i miei genitori, i miei nonni? E’ importante sognare in una famiglia: non perdete questa capacità di sognare” e “se pensiamo al coniuge, e sogniamo le cose buone che ha, molto importante recuperare l’amore attraverso l’illusione di ogni giorno quando si era fidanzati”.

Se a messa, di mattina, il Papa aveva già invitato i fedeli a proclamare “la bellezza e la verità del matrimonio cristiano”, realtà “sono sempre più sotto l’attacco di forze potenti che minacciano di sfigurare il piano creativo di Dio e di tradire i veri valori che hanno ispirato e dato forma a quanto di bello c’è nella vostra cultura”, a braccio il Papa torna di pomeriggio a criticare le forze che minacciano la famiglia. Il riferimento implicito è sembra essere sia ai matrimoni omosessuali, sia ad aborto ed eutanasia, sia allo sfruttamento capitalistico delle persone. “Anche nel nostro tempo Dio – ha detto Bergoglio – ci chiama a riconoscere i pericoli che minacciano le nostre famiglie e a proteggerle dal male. Fate attenzione – ha proseguito il Papa a braccio, dapprima in inglese e poi in spagnolo – alle nuove colonizzazioni ideologiche. Esistono colonizzazioni ideologiche e dobbiamo guardarcene, colonizzazioni che tentano di distruggere la famiglia. Non nascono dal sogno e dall’incontro con Dio e dalla missione che Dio ci dà, ma vengono da fuori, per questo dico che sono colonizzazioni: non perdiamo la libertà della missione che Dio ci dà della famiglia. E così come nei nostri popoli hanno detto no al periodo della colonizzazione, come famiglia dobbiamo essere molto, molto sagaci, molto abili, molto forti nel dire no a qualsiasi colonizzazione ideologica sulla famiglia”, ha detto il Papa.

Il Papa ha poi proseguito, seguendo il testo preparato: “I pesi che gravano sulla vita della famiglia oggi sono molti. Qui nelle Filippine, innumerevoli famiglie soffrono ancora le conseguenze dei disastri naturali. La situazione economica ha provocato la frammentazione delle famiglie con l’emigrazione e la ricerca di un impiego, inoltre problemi finanziari assillano molti focolari domestici. Mentre fin troppe persone vivono in estrema povertà altri vengono catturati dal materialismo e da stili di vita che annullano la vita familiare e le più fondamentali esigenze della morale cristiana. Sono le colonizzazioni ideologiche. La famiglia è anche minacciata – ha detto ancora Bergoglio – dai crescenti tentativi da parte di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio mediante il relativismo, la cultura dell’effimero, una mancanza di apertura alla vita. Penso – ha proseguito a braccio – al beato Paolo VI: in un momento in cui si poneva il problema della crescita della popolazione, trovò la forza di difendere l’apertura alla vita della famiglia. Conosceva le difficoltà che incontrava le famiglie, ed era molto misericordioso con i casi particolari nella sua enciclica (Humanae vitae, ndr). e chiedeva ai confessori di essere molto misericordioso e comprensivo con i casi particolari. Ma andò oltre, guardò al popolo della terra, e alla minaccia di distruzione della famiglia con la privazione dei figli. Paolo VI era coraggioso, un buon pastore, e allertò il gregge dei pericoli e mi auguro che ci benedica oggi dal cielo. Il mondo – ha poi continuato il Papa tornando a leggere il testo – ha bisogno di famiglie buone e forti per superare queste minacce! Ogni minaccia alla famiglia è una minaccia alla società stessa”. Da qui l’invito del Papa: “Custodite le vostre famiglie!”.

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