Papa torna dalla Colombia: un processo di pace andrà’ avanti soltanto se lo prende in mano il popolo”
“Il corrotto si stanca di chiedere perdono e si dimentica di come si chiede perdono”
Papa Francesco e’ molto soddisfatto del suo viaggio in Colombia, per le prospettive di pace che si sono dischiuse. “L’ultima – ha detto – e’ il cessate il fuoco del ELN, lo ringrazio tanto. C’e’ qualcosa di piu’ che ho percepito, la voglia di andare avanti va oltre i negoziati che si stanno facendo, e’ una forza spontanea che li’ c’e’ la voglia del popolo, il popolo vuole respirare dobbiamo aiutarlo, con la vicinanza e la preghiera”. Ma, ha avvertito Francesco, in Colombia come in tutti gli altri conflitti interni nei diversi paesi “un processo di pace andra’ avanti soltanto se lo prende in mano il popolo. Se non lo prende il popolo, si arrivera’ a un compresso… Infatti o il protagonista e’ il popolo oppure si arrivera’ solo fino a un certo punto”, ha detto Francesco nel volo di rientro dalla Colombia. “Sono rimasto commosso – ha confidato ai giornalisti – della gioia, della tenerezza della gioventu’, della nobilta’ del popolo colombiano. Un popolo nobile che non ha paura a esprimersi come sente, a sentire e far vedere quello che sente. Cosi’ l’ho percepito io. Ringrazio la testimonianza di gioia, speranza, pazienza di questo popolo”. Per il futuro della Colombia, sull’aereo, Papa Francesco ha auspicato qualcosa di piu’ del “facciamo il primo passo” che era lo slogan del suo viaggio: “vorrei – ha detto – che il motto fosse: facciamo il secondo passo”.[irp]
“Integrare altre persone – ha sottolineato in merito agli accordi con le Farc – non e’ la prima volta, in tanti conflitti sono state integrate altre persone, e’ un modo sapienziale di andare avanti, la saggezza di chiedere aiuto, ma credo che oggi ho voluto accennarlo nell’omelia, che era un messaggio. Questi ricorsi tecnici, politici, aiutano e chiedono talvolta l’intervento dell’Onu per uscire dalla crisi”. “Pensavo – ha poi aggiunto – che fossero di piu’, sono circa 54 anni di guerriglia, e li’ si accumula molto odio, molte anime malate. La malattia non e’ colpevole, viene, la malattia non e’ colpevole viene? queste guerriglie e i paramilitari hanno fatto peccati brutti e hanno fatto questa malattia di odio, ma ci sono passi che danno speranza”. In merito alla Colombia, il Papa ha risposto anche a una domanda sulla corruzione politica. “Il corrotto – si e’ chiesto – ha il perdono? Me lo domando, e quando ci fu un atto nella provincia di Catramarga in Argentina, di maltrattamento e abuso, di violenza su una bambina, e c’erano poteri politici coinvolti nella vicenda. Ho scritto un piccolo libro che si chiama ‘Peccato e corruzione’, tutti siamo peccatori, e sappiamo che il Signore e’ vicino a noi e non si stanca di perdonare, ma il peccatore chiede perdono, il problema e’ che il corrotto si stanca di chiedere perdono e si dimentica di come si chiede perdono: e’ uno stato di insensibilita’ di fronte ai valori, allo sfruttamento della persona… e’ molto difficile aiutare un corrotto, ma Dio puo’ farlo”.[irp]