E’ un Dio con giacca zebrata e scarpe da ginnastica quello che calcherà il palcoscenico del Piccolo Eliseo di Roma fino all’8 gennaio in “Paradiso 2.0 Un atto di Dio”, spettacolo scritto da David Javerbaum, diretto da Nicoletta Robello Bracciforti, con Roberto Ciufoli che ha partecipato all’adattamento del testo e interpreta Dio in persona. “E’ un autore americano importante, bravo, e lo spettacolo, infatti, è rappresentato anche a Broadway adesso, in contemporanea: appena hanno saputo che lo facevamo noi qua subito sono corsi.. Sai son fatti così, gli americani son fatti così”.
Questo Dio 2.0, anche se tecnologicamente all’avanguardia, è quello dell’Antico Testamento, severo e un po’ iracondo, che torna sulla terra per annunciare i suoi nuovi 10 comandamenti e per chiarire una volta per tutte cosa vorrebbe dal genere umano, che ha spesso male interpretato le sue parole. “Vuol dare altre indicazioni perché parte dal presupposto che un lavoro fatto in una settimana qualche pecca l’avrà pur avuta… Ma è simpatico perché è un po’ conflittuale, come dire ‘ma io v ho fatto così, eppure voi avete fatto Ma allora sono io che sono anche così Però io l ho fatto perché anche voi me lo avete permesso, perché voi mi avete dato delle giustificazioni, però io avrei fatto’. E’ un conflitto continuo, un po’ un padre che trova una sua conflittualità in famiglia, con i propri figli, quindi c’è, sì, un po’ un rinfacciarsi delle cose, ma con una base di affetto che è importante”. Sul palcoscenico Dio è accompagnato da due angeli alati, Gabriele e Michele. E per dimostrare che è un Dio che conosce bene il proprio mondo, fa riferimenti molto attuali, da Equitalia alla Raggi. “E un testo che fa anche riflettere, perché ha delle sfaccettature interessanti, ma è un testo divertente, quindi riuscire a rendere tutte e due le cose è una bella prova. Io spero di essere in grado, spero di riuscirci”.